Faglie attive e capaci, concluso lo studio. Castelli: “Centro Italia modello di prevenzione”

Grazie allo studio sulle Faglie Attive e Capaci, che rappresenta un primato in Italia per estensione territoriale e per la sua natura pubblica, possiamo finalmente avere una conoscenza approfondita per indicare chiaramente ai cittadini e ai Comuni dove possono ricostruire e dove invece oc-corre delocalizzare per motivi di sicurezza”. A dirlo il Commissario Straordinario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli, in riunione oggi con i rappresentanti di Ingv, Cnr, Ispra e delle univer-sità di Camerino, Chieti, L’Aquila e Uninsubria, per fare il punto sulla conclusione degli approfondimenti che hanno riguardato le Faglie Attive e Capaci (FAC) di Norcia, Preci, Macerata, Ussita, Capitignano, Montereale, Barete, Pizzoli, Leonessa, Cittaducale, Rieti, Cantalice, Rivodutri e Ortolano di Campotosto. I risultati dello studio di approfondimento sono già disponibili ai Comuni, ma sarà comunque utile la loro divulgazione anche ai cittadini dei territori interessati, per una maggiore consapevolezza delle azioni di prevenzione messe in campo dalla Struttura commissariale.

Le FAC rappresentano una pericolosità sismica aggiuntiva, in quanto in caso di sisma possono determinare un dislocamento della superficie topografica danneggiando tutto quello che è stato costruito sopra. Il loro studio consente di individuare le zone di rispetto e le distanze minime che gli edifici devono rispettare per evitarne gli effetti. Dopo una prima fase, che ha escluso la presenza di FAC a Frontignano di Ussita e Ma-cerata, la seconda e terza fase sono state concentrate sulle restanti località, aggiornando, laddove necessario, le microzonazioni di terzo livello.

Questo ha consentito di eliminare altre FAC e, dove presenti, di ridimensionare le aree di rispetto, dai 400 metri iniziali a 30 metri, sbloccando la ricostruzione di importanti centri abitati, dove ora si può nuova-mente programmare e ricostruire. La nuova cartografia delle aree interessate dallo studio è pubblicata sul sito della Struttura commissariale sisma 2016, consultabile a questo link https://sisma2016data.it/fa-glie-attive-e-capaci/ e i dati sono disponibili anche in formato GIS, per essere facilmente integrati con altre informazioni georeferenziate.

“Siamo consapevoli – ha proseguito Castelli – che ora dobbiamo occuparci delle criticità che sono emerse nelle zone di rispetto, in particolare a Norcia, Pizzoli e Rieti, dove gli edifici danneggiati dal sisma saranno delocalizzati in zone sicure. Come Struttura commissariale possiamo occuparci degli edifici danneggiati, in prospettiva ci dobbiamo porre il problema di come gestire quegli edifici che, pur essendo agibili, si trovano  comunque in queste aree pericolose. Affrontare questa questione, che in ogni caso riguarda pochi edifici ma che meritano tutta la nostra attenzione, risulta fondamentale per progredire nella cultura generale della prevenzione”.

Castelli, nel ringraziare il gruppo di lavoro, composto da oltre 100 professionisti, che ha lavorato in questi due anni, ha ribadito la necessità di “proseguire questo importante lavoro e accompagnarlo con un’ade-guata divulgazione nelle prossime settimane. Il Centro Italia si offre al Paese come un modello per le poli-tiche di prevenzione e ricostruzione. Con il suo insieme di buone pratiche, frutto delle esperienze innovative maturate sul campo, sarà il cuore della futura legge sulle Ricostruzioni. Il terremoto, purtroppo, è una certezza. Come Struttura commissariale abbiamo il dovere di provare a modellizzare le azioni che stiamo realizzando, così che si possa onorare quell’idea dell’Italia sicura in cui le nostre comunità e tutti i cittadini che abitano in zona sismica, hanno il diritto di abitare”.

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