Falco e Curzi accendono i fari sui due positivi della PicenAmbiente

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I due consiglieri, venuti a conoscenza dei due positivi tra i dipendenti della partecipata “PicenAmbiente”, producono un documento con lo scopo di sensibilizzare la collettività sui possibili rimandi dei vari protocolli. Nella ricostruzione che i due fanno emerge una tardività nel fronteggiare i casi.

«Abbiamo già avuto modo di evidenziare – scrivono i due politici – la vitale importanza rivestita dalla nostra partecipata PicenAmbiente nell’economia del nostro Comune e in considerazione della rilevanza dell’attività dalla stessa svolta, fondamentale per l’igiene pubblica e la salubrità del territorio, e nel contempo delicata e potenzialmente rischiosa nel corrente periodo di emergenza epidemiologica. Tutto ciò la rende un settore nevralgico e di primaria importanza, subito dopo l’attività di contrasto del contagio e di cura dei malati svolta dai sanitari. È per tale sua rilevanza che la nostra attenzione è particolarmente costante su tutto ciò che accade nella nostra partecipata ed al suo personale.

Ci risulta che di recente siano stati riscontrati due dipendenti positivi al Covid 19 e che l’Area Vasta 5, tempestivamente avvisata, a distanza di 6 giorni (il primo positivo ha avuto il risultato martedì scorso), non abbia ancora attivato le procedure previste per effettuare il tracciamento dei contatti, né effettuato i tamponi alle famiglie. Di conseguenza, molti di coloro che nelle due settimane precedenti sono stati a contatto con tali soggetti, in assenza di qualsiasi iniziativa dell’autorità sanitaria e della dirigenza aziendale, hanno provveduto ad effettuare i tamponi a proprie spese. Tali dipendenti svolgono un servizio pubblico in una partecipata importantissima per il Comune, e il sindaco aveva loro garantito, ai tempi della tensostruttura allestita presso lo stadio, che anche loro sarebbero stati chiamati per effettuare l’esame, ma questo non è mai accaduto. Consideriamo che in tutto, a prestare servizio sul territorio dei comuni soci e nel centro di trattamento di Pagliare, la PicenAmbiente ha circa 300 dipendenti. E che molti sono in stretto contatto tra loro, almeno nella fase in cui indossano le tute da lavoro negli spogliatoi. Nonostante la frequente sanificazione che la dirigenza ha assicurato di svolgere, essi costituiscono senz’altro una categoria a rischio, per la salute propria e delle loro famiglie, e per la salute dei cittadini. Se i protocolli “scaricano” la responsabilità sull’autorità sanitaria, questa è con tutta evidenza già sotto sforzo, e non riesce a far fronte ai propri obblighi, lasciando che i lavoratori a rischio, magari positivi asintomatici, continuino a lavorare. Ma che dire di un’azienda che lascia ai propri dipendenti il compito di arrangiarsi e di provvedere in proprio all’esame diagnostico, mettendosi responsabilmente in quarantena volontaria per non far correre rischi ai colleghi, fino a quando non vengono informati del risultato del tampone? E che pensare di un sindaco che, manco a dirlo, su tutto questo non ha nulla da eccepire né da comunicare? Ossia, in tutto questo, dov’è la politica che amministra San Benedetto? Auspichiamo che l’appello del sindacalista Marucci venga ascoltato, e che l’azienda provveda, sollecitata dall’interessamento dell’Amministrazione comunale, a rimborsare i lavoratori del costo sostenuto per l’esame e a garantire a tutti loro tamponi periodici per il futuro, attivandosi affinché l’INPS riconosca come periodo di malattia anche i giorni di quarantena volontaria in attesa dell’esito del tampone. È il minimo che si possa fare a tutela della loro salute, ed è anche interesse di tutti i cittadini che usufruiscono e pagano profumatamente i loro servizi.

E da ultimo, ci chiediamo: chi svolgerebbe questo imprescindibile pubblico servizio in caso di focolaio tra i dipendenti? Il sindaco Piunti e tutti gli altri 26 sindaci come pensano poi in tal caso di affrontare il problema in questa situazione di emergenza sanitaria? Vorremmo quindi sensibilizzare sull’argomento tutti i sindaci, soprattutto quelli dei comuni più grandi, prima che possa verificarsi il peggio: la tutela dei nostri operatori di Picenambiente è direttamente connessa alla tutela di tutti i loro concittadini e amministrati.»

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