Flop LeU, Perazzoli: “Colpa di Renzi e del Pd, ma Grasso in tivù non comunica”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il crollo del Pd ha trascinato nella voragine anche Liberi e Uguali, il partito di Pietro Grasso, Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani. Nel collegio di Ascoli erano in campo due sambenedettesi: Pier Paolo Flammini alla Camera si è fermato al 2,51%, Flavia Mandrelli al Senato bloccata all’1,79%. Peggio di quanto si potesse immaginare. A livello nazionale non entra in Parlamento Massimo D’Alema, noto in Riviera per l’amicizia che lo lega dai tempi del Pci a Paolo Perazzoli, ex sindaco dal 1993 al 2001 e tra i fondatori nel Piceno di Liberi e Uguali.
“Sono molto deluso – si sfoga Perazzoli –  perché mi aspettavo molto di più per il lavoro fatto e per la proposta politica che voleva unire la sinistra. Abbiamo beccato un’onda contraria che ci ha messo in grande difficoltà”. Il futuro di LeU?  “Non sarà ininfluente quello che succederà nel Pd. Per ridare forza alla sinistra c’è bisogno di una sponda moderata, di un Pd che riscopra la sua matrice di centrosinistra. Se poi Renzi vuole fare un partito personale, su posizioni diverse, credo ci siano altri compagni che usciranno dai dem”.
Cosa non  ha fuzionato? “Noi dobbiamo ragionare bene su come radicarci  sul territorio, avere leader nazionali  e parole d’ordine più comprensibili. Un uomo  come il candidato premier Pietro Grasso, abituato  a fare lunghe relazioni in tribunale, in televisione stava in grave difficoltà. E’ molto più efficace uno come Landini: i valori di riferimento sono gli stessi, solo che Landini arriva in maniera diretta, alla pancia”.
Ancora Perazzoli: “Il risultato positivo  dei grillini e della Lega si avvertiva in campagna elettorale, seppure non in questa misura. Il dato di Macerata è allarmante, perché l’mmigrazione viene associata alla paura”. A Macerata, dopo il delitto di Pamela Mastropietro  e il raid razzista dell’ex candidato leghista Luca Traini, il partito di Salvini è balzato al 21,52%. Nel 2013 il Carroccio era allo 0,6%.
“Storicamente il messaggio della sinistra è stato più complicato della destra, che è semplicistico, parla alla pancia e alle cose naturali. In natura il più forte vince sempre. Noi cerchiamo di riequlibrare la società, ridistribuire la ricchezza, dare diritti a tutti. Questo è un discorso più difficile e dobbiamo trovare le parole e le persone giuste per farle passare nell’epoca dei social network”.
Avete superato di poco il 3%. “A me il 7% sembrava negativo ma  il 3% è qualcosa di avvilente. Purtroppo – l’affondo di Perazzoli – è passato il messaggio che bisognava votare i 5 Stelle altrimenti avrebbe vinto la destra. E questo è un “capolavoro” di Renzi e del Pd  che hanno fatto una legge elettorale proporzionale, alimentando lo spauracchio del voto utile: come è successo in Sicilia il voto utile ha premiato gli altri”.

 

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