Gli strumenti del terapeuta – Separazione: gli adulti di oggi e di domani
Articolo a cura della dottoressa Danila Luzi, psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale presso il Centro Clinico Prisma di San Benedetto del Tronto, nonché orientatrice scolastica e professionale.
Dubbi? Domande? Sottoponete i vostri quesiti direttamente alla dottoressa Luzi, tramite messaggio Whatsapp al numero 3284130265 oppure all’indirizzo email dott.danilaluzi@picenonews24.it
Gentili lettori,
oggi assistiamo sempre più frequentemente ad un aumento di separazioni e divorzi. Sembra sia diventato un fenomeno normale. Ci si trincera dietro affermazioni come: «Non andavamo d’accordo», «non è come una volta che si deve sopportare per forza» o «meglio separati che litigare sempre», «eravamo incompatibili», «ci abbiamo provato ma evidentemente» e «lo posso fare, lo faccio!».
E così la separazione prende una forma di necessità, di “diritto” a ritrovare la propria dimensione e felicità. Ecco, la ricerca della felicità che viene ostacolata, per molti, dalla presenza del coniuge inadatto alle proprie esigenze. Spesso però non si tiene conto della presenza di terzi (i figli) in questo processo decisionale. E la soluzione di “tutti i mali” diventa la separazione. Questa tendenza alla normalizzazione se da una parte aiuta oggi a non vivere nella vergogna ed agevola tale processo, dall’altra spinge ad un consumismo anche delle relazioni affettive e ad una intercambiabilità delle persone che appare spesso disarmante.
La separazione è un processo lungo che non si esaurisce con la sola risoluzione delle “carte”. In termini emotivi ha costi alti di stress e possiamo considerarlo un evento traumatico a tutti gli effetti.
Per i figli diventa la prova concreta che i legami e l’amore possono finire e li catapulta nello sperimentare incertezza ed ansia. Non parliamo di coppie ad elevata conflittualità o dove vengono commessi addirittura reati in capo ad uno dei coniugi, dove la separazione è il male minore. Parliamo delle coppie che non riescono a convogliare la propria individualità in un progetto comune di crescita ed educazione dei figli. In una sola parola: la famiglia. Così si ha l’idea che sia impellente trovare qualcuno che si prenda cura dei bisogni propri del genitore ed il partner inadatto, per incapacità o per mancanza di volontà, diventa il nemico da combattere, il competitore al raggiungimento del benessere. Spesso questo fenomeno accade proprio in presenza di figli in quanto richiedono accudimento imprescindibile proprio per la loro natura di figli.
Ma quali sono le coppie che durano? Quelle in cui i membri riescono a mettere in campo flessibilità e intercambiabilità di “ruoli”, che riescono a leggere i propri bisogni e comunicarli all’altro efficacemente e l’altro coniuge che riesce ad accoglie e rispondere a tali esigenze. Una vera e propria danza, che non significa non debba mai contemplare alcuna divergenza o litigio, ma che riesca a superare i conflitti grazie alla condivisione di scopi.
Un saluto al prossimo incontro, con altri consigli e risposte!
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