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Sapore di sale – Storia e consigli per l’utilizzo in cucina
Articolo a cura della dottoressa Deborah Di Agostino, biologa nutrizionista con quasi venti anni di esperienza, membro di Associazione Italiana Nutrizionisti in Cucina ed esperta in nutrizione in cucina e sicurezza alimentare.
Il cloruro di sodio, è il costituente principale del sale da cucina, nome con cui viene identificato nell’uso comune.
In natura si trova in due forme che ne rappresentano le fonti di estrazione, disciolto nell’acqua marina e nei laghi salati e, come salgemma, nei giacimenti minerali.
Breve storia
Il sale, antropologicamente, ha avuto da sempre un’importanza fondamentale, tale da essere definito sostanza divina da Omero e dai romani oro bianco, rappresentando un elemento cruciale a livello economico e sociale, nei rapporti tra le varie culture e popolazioni. Una storia intrecciata di simbolismo, potere, superstizione e religione: per gli Ebrei era simbolo di gioia e fratellanza, mentre nella religione cristiana assunse il senso di alleanza e saggezza.
Conosciuto fin dal Neolitico, il sale fu utilizzato quando comparvero le prime civiltà stabili, dedite all’agricoltura e all’allevamento e principalmente a scopo di conservazione. Divenne ben presto merce di scambio e dai romani fu utilizzato come forma di compenso per i legionari: il salario. In Italia ancora oggi, in molte città rimangono i nomi delle strade dove si commerciava (via Salaria) o produceva il sale.
Pro e contro
Il sale, da un punto di vista chimico, è costituito da cloro (Cl) e sodio (Na), due elementi molto importanti per garantire le funzioni fisiologiche del corpo umano, tra cui il mantenimento dell’equilibrio elettrolitico, la trasmissione degli impulsi nervosi e la regolazione delle distribuzione di liquidi nei vari compartimenti, di conseguenza la regolazione della pressione sanguigna. Ne consegue che, in un’alimentazione equilibrata, il sale è importante purchè non si ecceda nel quantitativo raccomandato, cosa che è stata messa in relazione al potenziale sviluppo di patologie a livello cardiocircolatorio, renale, osteoarticolare e non solo. Bisogna infatti tenere conto che il sale è contenuto nell’acqua e nella maggior parte degli alimenti, carne, formaggi, latticini, prodotti ittici ma anche nel pane e nei cereali, oltre ad essere aggiunto nei cibi confezionati e conservati.
La giusta quantità
L’Oms ha stabilito una quantità giornaliera massima di assunzione di sale pari a 5 grammi che corrispondono a circa 2 grammi di sodio, in totale tra quello contenuto nei cibi e quello che si utilizza come condimento in casa. Se facessimo due conti (esistono diversi studi a dimostrazione) capiremo come, con buona probabilità, questo quantitativo viene facilmente superato e duplicato.
Il sale nella vita quotidiana
Come fare allora?
Alcuni consigli:
Evitare l’uso di cibi conservati e confezionati, preferendo quelli semplici e freschi.
Iniziare, gradualmente, a gustare il sapore dei cibi; alcuni infatti hanno, nella loro composizione, delle sostanze che ne determinano sapidità (ma di questo parleremo nel prossimo articolo). In questi casi aggiungere
altro sale non avrebbe alcun senso.
Imparare a leggere le etichette quando si fa la spesa. Nella tabella di composizione degli alimenti confezionati è riportato il quantitativo di sodio contenuto su 100 grammi di prodotto, da questa indicazione è molto semplice mettere a confronto i vari prodotti e fare le relative considerazioni.
In cucina preferire l’utilizzo di spezie e aromi che arricchiscono naturalmente le preparazioni. Seguire un’alimentazione equilibrata, secondo i principi dello stile Mediterraneo, dando il giusto ruolo ai vegetali e scegliendo spuntini semplici e salutari, con un’adeguata idratazione e attività fisica, è sicuramente il modo migliore per controllare anche l’introito di sale. Per informazioni più dettagliate e personalizzate è sempre bene fare riferimento a figure professionali adatte a dare consigli nutrizionali, quali medici, biologi nutrizionisti e dietisti.
Dubbi? Domande? Sottoponete i vostri quesiti direttamente alla dottoressa Di Agostino, tramite messaggio whatsapp al numero 3497579500 oppure tramite email all’indirizzo di posta elettronica deborahdiagostino@libero.it
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