I Disoccupati piceni: “La riduzione del numero dei parlamentari non è prioritario. Conta la loro presenza sul territorio”

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“Per noi disoccupati, la riduzione del numero dei parlamentari, non è prioritario, più che il taglio lineare della rappresentanza, a noi cittadini, importa la qualità e la presenza sui territori dei rappresentanti. Il taglio si ripercuote inevitabilmente sulla rappresentanza dei territori, dei ceti più poveri e delle persone invisibili” dice il gruppo Disoccupati piceni.

“Forse sarebbe meglio ridurre le spese e privilegi, impedire i plurimandati, non è accettabile vedere sempre gli stesse facce nei seggi elettorali per due, tre, quattro volte. Nessuno vuole mollare il posto, dal semplice scrutatore, o presidente di seggio, al candidato regionale, nessun rinnovamento, i giovani oppure nuove figure sono sempre esclusi, almeno chi ha superato abbondantemente l’età della pensione non si dovrebbe ricandidare, personaggi che sicuramente hanno responsabilità per questa grave crisi” dicono

“Sono anni che le imprese chiudono, ma nessuno è mai intervenuto, applicando la Costituzione. Gli stessi principi scritti, ma mai applicati concretamente. Prioritario sarebbe il sistema della scelta dei candidati e la presenza sul territorio. Oggi, abbiamo,Tutti questi candidati, ma ancora non abbiamo capito quale è la soluzione concreta per quasi i centomila marchigiani senza occupazione stabile. Nelle Marche abbiamo la Crisi Picena, Fermana, Maceratese e pure nel Fabrianese, e aggiungiamo purtroppo ancora la ricostruzione post sismica ferma, cosa manca ancora?? Tutti parlano di Area di crisi, come se questa fosse una parola magica, ma il riconoscimento di area di crisi per un territorio, indica il fallimento della politica, dei partiti, dei sindacati, di ogni tipo di rappresentanza, il fallimento di tutti anche di noi cittadini” spiegano.

“Alla fine di tutto, pagano sempre gli ultimi cittadini, con servizi pessimi, nei settori della sanità, infrastrutture, universitari, e occupazionali. Magari invece di continuare con i premi e i bonus, usiamo questi fondi per aprire una università picena, con delle facoltà adatte per rilanciare lo sviluppo e la ricerca” concludono.

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