I Disoccupati Piceni: “Serve un posto di lavoro per vivere con dignità”

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ASCOLI PICENO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato giunto in redazione a firma Disoccupati Piceni.

“Lunedì scorso, 20 novembre, presso il Palazzo dei Capitani, il gruppo dei Disoccupati Piceni ha incontrato alcune amministrazioni e istituzioni locali, provinciali e regionali per riaffermare la necessità e l’urgenza di un intervento energico e straordinario, per affrontare questa difficile situazione economica-sociale del territorio. Abbiamo presentato e spiegato i punti della nostra piattaforma, per affrontare questa grave crisi. Alle istituzioni, abbiamo ricordato che, sono oramai parecchi, i cittadini che da molti anni, sono senza occupazione e reddito. La nostra piattaforma, in questo momento può diventare una soluzione da esportare a tutte le aere di crisi complesse industriali. Tra i vari punti, del nostro documento, vorremmo chiarire meglio alcune nostre richieste.

Al primo punto, si parla della possibilità di progettazione di nuovi Ammortizzatori sociali, per tutti i cittadini disoccupati del Piceno. Significa che In attesa, di una nuova occupazione, al disoccupato si deve assicurare un salario per vivere, comprensivo di contributi per la pensione. Occorre un ammortizzatore sociale modulato alla precarietà del lavoro. C’è da chiarire, che se il Centro per l’impiego si riforma e funziona, perché si collega meglio con il territorio e il Tutor; il disoccupato si ricolloca e non percepisce l’ammortizzatore. Significa, che l’ammortizzatore modulato è a costo quasi zero, perché il disoccupato è sempre ricollocato. L’ammortizzatore diventa un deterrente, obbliga il centro per l’impiego e l’assessorato al lavoro, a coordinarsi in maniera più efficace per ricollocare rapidamente i cittadini. Ovviamente, non si può pensare “di andare avanti solo con gli ammortizzatori”. Il migliore ammortizzatore è un posto di lavoro stabile e sicuro. Inoltre va ricordato la definizione dell’Istat di soglia di povertà assoluta: rappresenta il valore monetario, a prezzi correnti, del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia, definita in base all’età dei componenti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del comune di residenza.

Secondo l’Istat, per l’anno 2016 una famiglia residente nell’Italia centrale, composta da due adulti e un minore è assolutamente povera se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a 1.623 euro. (https://www.istat.it/it/prodotti/contenuti-interattivi/calcolatori/soglia-di-poverta). Importante, è ricordare che In questa difficile e particolare situazione, il cittadino senza occupazione e reddito, ha grande difficoltà nel condurre una vita dignitosa. Per questo motivo Chiediamo, in attesa dell’erogazione di un ammortizzatore sociale, la riduzione di alcune tasse, almeno al 50% come: Tari, Tasi, Bollo auto, e l’inscrizione Scolastica. Si chiede anche la prosecuzione dell’erogazione dell’Assegno famigliare, oltre il diciottesimo anno di età per i figli a carico, fino al raggiungimento dell’autonomia economica. Importante, è l’innalzamento della soglia Isee per usufruire dei bonus sociali, acqua, elettricità e gas. Almeno un valore ISEE, relativo al nucleo familiare di 18.154,30 Euro. Infine la reintroduzione dell’esenzione ticket E.99 per i soggetti che hanno perso il lavoro, perché molti hanno rinunciato alle visite specialistiche.

Molti si chiedono a chi è rivolto il Rei, Reddito di inclusione per il 2018. Dall’1 dicembre si potrà fare domanda per il (Rei), la “misura di contrasto alla povertà”. Il beneficio in denaro parte da un minimo di 187 euro per una sola persona fino al massimo di 485 euro mensili per famiglie composte da 5 o più persone. Sicuramente è un “primo timido ma molto timido passo”, ma del tutto insufficiente, come si può pensare di vivere con 187 euro mensili. Questa settimana, tra le persone incontrate in piazza, Gabriele, ci dice “facciamo un reality, dove il concorrente, dovrebbe sopravvivere con questa somma”. Sempre Gabriele, io ho finito la naspi, ho un mutuo da pagare, “io faccio lo steward allo Stadio, per guadagnarmi 50 euro, devo andare fino a Milano o a Genova”. “A noi disoccupati, serve un posto di lavoro stabile, per vivere serenamente e con dignità. Serve realizzare un nuovo piano di sviluppo sostenibile per tutto il Piceno. I nostri rappresentanti politici, Deputati e Senatori, eletti in questo territorio, dovrebbero farsi vedere e interpellare il Ministro dello Sviluppo economico. In questo momento, i sindacati e i lavoratori dovrebbero essere solidali, si dovrebbe bloccare lo straordinario, ridurre l’orario di lavoro e cercare di fare lavorare Tutti”.

Nella circolare Inps del 22 novembre 2017 (Rei), inoltre si legge – il beneficio in prima battuta riguarderà le famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a quattro mesi dal parto e over 55 disoccupati. Potranno accedere al Rei le famiglie con valore ISEE non superiore ai 6mila euro, indicatore ISRE non superiore ai 3mila euro, patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, non superiore ai 20mila euro. Sicuramente è un beneficio importante per le famiglie italiane più povere e degli extracomunitari, ma insoddisfacente per tutti gli altri. L’unica parte che ci sembra interessante del (Rei), molto simile al settimo punto della nostra piattaforma, (in cui abbiamo chiesto l’istituzione del tutor responsabile del disoccupato), è quella che riguarda un progetto personalizzato per il reinserimento sociale e lavorativo del cittadino senza lavoro. La disoccupazione e la crisi, come dicono molti cittadini, “non è un fatto naturale, ma è l’applicazione di regole economiche sbagliate”. Un accenno doveroso, sul 25 novembre, “la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Crediamo che la “violenza” non sia purtroppo sola “quella fisica”, a noi più visibile, ma anche quella violenza nascosta e subdola, che ancora oggi, in questo Paese, limita tanti diritti alle donne sul lavoro. Quella violenza, esercitata da alcune aziende, ad esempio, sulle limitazioni di carriera per le donne madri, oppure anche peggio che non assumono le “giovani donne appena sposate” o che chiedono addirittura le dimissioni perché temono le gravidanze. “Violenze” che ci feriscono come uomini e padri. Ricordiamo, dopo l’incontro del 20 novembre, Ci siamo lasciati con l’amministrazione ascolana, con l’impegno da parte di quest’ultima, di ri-proporre la nostra piattaforma, a tutte le amministrazioni locali, per la sottoscrizione. Siamo certo che Tutte le amministrazioni locali, daranno il loro appoggio alla nostra piattaforma.

Il nostro è un appello all’unità, “solo uniti possiamo farci sentire, e chiedere interventi urgenti e straordinari.” Appena riceveremo il documento sottoscritto, chiederemo un’audizione alla Commissione lavoro della Regione. L’elenco completo delle nostre proposte può essere chiesto tramite il nostro numero WhatsApp 334 7555 410, oppure ad una nostra delegazione presente il martedì e venerdì al mercato di San Benedetto del Tronto, e giovedì e venerdì pomeriggio in Ascoli in Piazza Arringo. Invitiamo le persone a partecipare, e prendere parte in maniera attiva, “perché lamentarsi solo, non serve a niente”. Il tempo delle lamentele è finito, serve partecipare e dare il proprio contributo. Aderisci e dai una mano con la tua presenza al Gruppo “ Disoccupati Piceni ”, inviando un messaggio al numero WhatsApp 334 7555 410. Chi vuole seguirci siamo anche su facebook, basta cliccare “Disoccupati Piceni”, ed essere informati sulle prossime iniziative.

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