In commissione si decide delle partecipate: la Picenambiente fa discutere

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alla presenza del Presidente Francesco Chincoli e dell’AD di Picenambiente Leonardo Collina si discute della pronuncia di annullamento della delibera consiliare del TAR, sul controllo pubblico della Picenambiente.

“La posizione della società alla luce della tendenza, è che la società non è a controllo pubblico, ribadito dal TAR, tre sentenze 16/18/25” spiega il presidente. E continua: “Noi sempre siamo stati convinti di questo, sono gli aspetti giuridici che ci legano, sennò occorre fare una società con altro tipo di organizzazione.
Dice Collina: “La questione societaria in controllo pubblico esula alle volontà attuale, non si può chiedere agli amministratori, si farà quello che vorranno i soci, dall’inquadramento corretto della società giuridicamente”.
“Dalla Madia, dal 2016 in poi tutti, hanno cominciato a rispettare tutte le norme, sul nostro caso si è dibattuto. Infatti ci sono aspetti da adire ma sul merito della Picenambiente c’è un pronunciamento. Dovevamo adire al TAR perché di fronte a atti amministrativi, altri comuni sono stati facilitati dalla Corte dei Conti. Ma in questo caso non è stato possibile”.
“Perché il ruolo del presidente che serve a rafforzare la posizione del comune in realtà non lo facilitano? Cosa resta al pubblico?” si chiede Giorgio De Vecchis.
“Chi deve dare l’inquadramento giuridico?” Rincara la dose Rosaria Falco fortemente contestata dalla maggioranza “L’amministrazione paga un servizio!”
Interviene Tonino Capriotti, chiedendo al presidente di rispettare determinate procedure se decide di mettere in atto la Madia. “È una società pubblica, assunzioni e appalti devono rispettare determinate norme”. E sottolinea che “Il Comune ha la volontà di chiudere e non ricorrere a bandi pubblici”.
“Non si rispetta l’indirizzo politico” dice la Falco e l’atmosfera diventa rovente.
Il presidente e l’AD continuano a difendere la sentenza del TAR, e la minoranza fa ferro e fuoco. Un po’ osteggiata dai consiglieri della maggioranza, che davanti al TAR sembrano essersi dati per vinti. Collina annuncia che “Nel 2028 i privati riconsegneranno le quote al pubblico e poi deciderà l’amministrazione”.
Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

Rifondazione Comunista smentisce il sostegno alla candidatura di Pellei

Articolo Successivo

"Siate insegnanti e non politicanti", Casapound interviene sulla recita della discordia