Integrazione a scuola in Riviera? Flavia Mandrelli risponde

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo i fatti di Minneapolis si apre una nuova discussione sul vecchio tema del razzismo. Nonostante la terra dei sogni ospiti più etnie da secoli, è ben lontana dalla armonia delle comunità, tra loro separate e opposte. Quale è invece il grado di integrazione qui in Riviera? L’analisi parte dagli studenti, in prima linea nella scala sociale delle interazioni ed è affidata alle osservazioni della professoressa Flavia Mandrelli, già consigliera comunale di opposizione a Viale De Gasperi.

Quali sono le Politiche di integrazione tra gli studenti per agevolare il grado di integrazione culturale? “Proprio perché di tante etnie e di tante provenienze diverse si tratta: la Riviera tra cinesi, tunisini, rumeni, albanesi e russi vanta un elevato grado di integrazione tra studenti e famiglie che vivono da noi da lungo tempo”. La prof. Mandrelli racconta che sono molti anni che si occupa del tema.  “15/20 anni fa tutto ebbe inizio: quando l’immigrazione era molto più forte che negli ultimi tempi, la risposta della scuole ha prodotto molto progetti interculturali”.

“Erano la nostra normalità: come responsabile nella mia scuola per molti anni, ho portato molti progetti in rete. Ma uno dei più belli è stato “Il grano e il riso”. Progetto sul cibo come appartenenza che ha riguardato anche l’insegnamento delle parole relative al cibo. Cibo come cultura di tutti accomunati dalle stesse radici che ci identificano con quello che mangiamo. E che si riduce a due grandi zone umane identificate dal riso e dal grano, appunto.
Abbiamo organizzato una merenda-cena in cui ognuno portava riserve del paese, sono state invitate anche le madri dei ragazzi e gli studenti italiani con il loro brodetto sambenedettese. E poi abbiamo raccolto tutte le testimonianze in un documentario con le interviste delle storie dei ragazzi, della vita che vivevano fino all’arrivo in Italia. Con le loro difficoltà, i pensieri, le paure”.
“La scuola Cappella è la più ricca di questa intercultura: tante famiglie dall’estero e tanta accoglienza, malgrado le difficoltà logistiche. Una volta abbiamo messo mano alla traduzione dei documenti in tutte le lingue, come la costituzione italiana“.
Accoglienza della cittadinanza ottima, senza episodi di razzismo e di chiusura. “E non c’è ne nemmeno adesso, considerando che di si tratta di una città di mare. E come tutte le città di mare la Riviera è aperta da secoli. Ben diversa dallo spazio chiuso in vallata o in montagna. E conta poi l’estrazione sociale che genera condivisione.
Se ti spingono all’odio, il tentativo di dare colpa a chi è diverso da te può sorgere, ma qui non ha attecchito”. E nemmeno il salvinismo incide? ”Molte storie se le portano da casa, loro a volte evidenziano delle difficoltà. A casa sentono di diverse problematiche ma noi li reindirizziamo si quello che è giusto. Importante è capire cosa è giusto e cosa è sbagliato e le regole che muovono la convivenza civile”.
Continua Mandrelli: “Diciamo che ho visto che non è un problema di questa parte territorio, nonostante il Salvinismo. Magari riportano cose sentite sui social, sta poi a noi indirizzarli, a scuola, con una discussione aperta e con dati alla mano. E dire questo è vero questo no. Le fake news non sono finite. In fatto è che con noi stanno solo cinque ore, poi si relazionano con altre persone, questo a volte esaspera le difficoltà”.
Ragazzi integrati? “Sicuramente si! Con curiosità e voglia di conoscere si relazionano al diverso di cui non vedono le differenze, giudicano i propri compagni sulla base di altro. A volta su cosa possiedi. Di certo non sulla etnia. Tenderei ad escluderlo. Ma sono molto positiva, non tutti sono come me: quando noto discriminazioni non sto zitta, discuto e faccio il mio. Molti chiudono gli occhi“.
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