Italia Nostra: “La tutela del nostro patrimonio è fondamentale. Ecco cosa si può fare per salvare Ascoli”

ASCOLI – La caduta di un pezzo di muro avvenuto qualche giorno fa  ha messo in luce le fragilità di alcuni edifici storici cittadini del centro storico della città. Un aspetto che bisognerà curare fortemente appena si uscirà dall’emergenza Covid, sarà quella di proteggere i tanti beni presenti in città

Gaetano Rinaldi, presidente della sezione ascolana di Italia Nostra spiega che  «Il nostro centro storico vive in uno stato di abbandono. Purtroppo i problemi aumenteranno a causa della situazione legata all’emergenza coronavirus» spiega Rinaldi, «  Riteniamo sia assolutamente fondamentale elaborare un progetto che guardi al futuro di Ascoli» spiega il presidente di Italia Nostra, « Nell’immediato si potrà fare poco perché le priorità saranno altre. Ritengo necessario individuare le attività che lo possano rendere vivo e appetibile» continua Rinaldi.

“Abbiamo proposto la creazione di un Distretto culturale, un’iniziativa può consentire il vero sfruttamento delle nostre eccellenze in maniera corretta. Ad Ascoli c’è bisogno di un turismo mirato e di qualità e le chiese possono diventare laboratori culturali di scultura, pittura e teatro”evidenzia Rinaldi.

“Anche le campagne possono essere utili per il rilancio del territori, con l’oliva tenera e l’anice di Castignano che possono essere delle opportunità notevoli. Porto ad esempio anche le case coloniche presenti nel territorio che possono servire da albergo diffuso» spiega il presidente di Italia Nostra, ” I danni e le conseguenze causate dal coronavirus apriranno gli occhi sul modo di pensare alle prospettive da seguire nei prossimi anni. Un centro storico vuoto prima o poi cade: c’è bisogno dell’intelligenza giusta per poterlo utilizzare in maniera seria» conclude Rinaldi.

“Bisogna provvedere alla messa in sicurezza di questi edifici» dicono gli esponenti del Coordinamento antidegrado per Ascoli, ” E’ importante rimuovere le parti danneggiate .Non sappiamo a chi appartiene quell’edificio, se è pubblico o privato, ma bisogna assolutamente evitare che possano succedere queste cose” evidenziano gli esponenti del Coordinamento.

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