La Riviera isolata: come la difficoltà nei trasporti impatta sul turismo

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il turismo una vocazione per la Riviera. La sua gente ospitale, la cucina, il paesaggio e il buon vivere la rendono meta ideale di famiglie con figli e anziani. Ma anche i giovani non disdegnano un passaggio a San Benedetto nei folli week end estivi, tra feste in spiaggia e aperitivi in centro.

Se l’ispirazione a diventare un centro importante nell’Adriatico è forte e suffragata da tutte le caratteristiche di un territorio che anche dal punto di vista climatico è particolarmente favorito, lo stesso non si può dire della sua raggiungibilità.

I turisti che arrivano possono scegliere tra usare l’auto, e imbarcarsi in lunghe file sulla A14 in mezzo ai cantieri. Possono prendere l’aereo, a patto che qualcuno li prelevi a Ancona o Pescara. O ricorrere al treno, e appellarsi alla buona sorte di trovarne uno. Poco importa se si arrivi da Milano o da Roma, la destinazione è difficile da raggiungere come un’oasi nel deserto.

Spiega Marco Calvaresi, imprenditore balneare e a lungo rappresentante di Confindustria per il Turismo: “Questo stato di cose impatta molto sia in funzione turistica e anche su residenti, lavoratori, e chi si deve curare fuori. Paghiamo una mancanza di strutture tra marche sud e nord non solo a livello sanitario ma anche su altri asset. Infatti siamo penalizzati sui collegamenti in modo fondamentale”.

Continua Calvaresi: “Grossi svantaggi li subiamo a causa della mancanza della terza corsia. È vero, abbiamo risparmiato a livello di impatto ambientale ma oggi il territorio collassato. Occorre un’alternativa. Oltre tutto il traffico è aumentato. Il trasporto pubblico non è il primo mezzo a livello locale.

E ricorda “alcuni proposero di rimborsare il biglietto al turista, alcuni anni fa, come fanno a Rimini. Era solo un’ipotesi, ma l’albergatore non può fare tutto, oltre a dare un buon servizio e pagare tasse. Il turismo di una volta non c’è più, l’extralaberghiero va molto bene. Certo non ci aiuta non avere un campeggio”.

E sottolinea l’importanza degli spostamenti su Milano e Roma. “Per Roma c’era idea di fare ferrovia dei due mari, sarebbe stato un grande collegamento. Da Milano è un’impresa arrivare nel Piceno”.

E conclude: “Denunciare non basta più: bisogna prendere il coraggio in mano. La crisi economica e sociale è evidente. Occorre incominciare a capire come si può risolvere politicamente, perché l’isolamento è un problema di tutto il piceno, di tutto il territorio. I politici invece di beccarsi dovrebbero fare fronte comune”.

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