L'Area Vasta 5 perde il ricorso, il Tar dà ragione al bar

Il contenzioso iniziò nel marzo 2015, quando gli ispettori dell’ufficio Igiene del servizio sanitario di Ascoli e San Benedetto fecero visita al locale di via Alighieri, per verificare l’idoneità

GROTTAMMARE – Le nuove disposizioni di legge non sono sempre retroattive. E il bar può continuare ad esercitare se non si adegua agli aggiornamenti delle normative. E’ questo il senso di una sentenza del Tar di Ancona, che ha accolto il ricorso contro l’Area Vasta 5  presentato dalla ditta Matricardi e Cascioli Snc, titolare del bar-pasticceria Capriccio in via Dante Alighieri a Grottammare.

La società si era opposta ad una delle due prescrizioni igienico-sanitarie imposte dall’Asur.

I fatti: a seguito di un’ispezione nell’esercizio, in data 18 marzo 2015, ai titolari del locale è stato notificato l’ordine di realizzare un bagno separato per il personale addetto alla manipolazione degli alimenti, rispetto a quello utilizzato dai clienti, dotato di adeguato spogliatoio, e la predisposizione, nel laboratorio, di un lavabo per le mani.

Il bar ha sùbito provveduto a realizzare il lavabo, ma non ha ottemperato alla richiesta di un bagno separato, non avendo spazio.  Va considerato che  la società esercita dal gennaio del 1988, cioè da quando ha ottenuto la licenza di pubblico esercizio rilasciata dal Comune. All’epoca era tutto in regola, perché aveva seguìto le disposizione in vigore.

Nelle motivazioni della sentenza, i giudici scrivono che la ricorrente  non ha mai destato allarmi o sospetti in merito alla qualità del servizio dal punto di vista igienico-sanitario. La stessa ha dimostrato, attraverso il deposito di una relazione tecnica di parte, la sussistenza di oggettive difficoltà nella realizzazione del secondo bagno e dello spogliatoio. Peraltro, avendo essa immediatamente adempiuto alla prescrizione che imponeva l’installazione di un lavabo per le mani nel locale adibito a laboratorio, ha dimostrato di essere in buona fede e che non avrebbe avuto obiezioni ad osservare anche la seconda delle due prescrizioni, qualora le condizioni dei locali lo avessero consentito.

Il Tar ha quindi accolto il ricorso di Matricardi e Cascioli e condannato l’Area Vasta 5 Ascoli-San Benedetto del Tronto  a rifondere il bar-pasticceria delle spese processuali, per un importo di mille e 500 euro.

 

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