Lavoro, calano le denunce per malattie professionali e aumentano quelle per infortunio

ASCOLI PICENO – Nel mese di Gennaio 2019 le MALATTIE PROFESSIONALI nelle Marche sono state 427 con un calo di 59 casi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, riduzione che ha riguardato sia la componente maschile, sia quella femminile e tutti i settori. Il calo riguarda sia i lavoratori italiani, sia quelli di provenienza U.E. ed extra.

Nella provincia di Ascoli le denunce per malattie professionali scendono dalle 95 rilevate nel gennaio 2018 alle 46 del 2019 mentre aumentano le denunce per infortunio: si passa dalle 154 del gennaio 2018 alle 171 del gennaio 2019. L’età in cui sono maggiori le denunce per infortunio sono nella fascia tra i 50 e i 54 anni

Guido Bianchini della Uil di Ascoli analizza che “I dati aggregati, in valore assoluto,  analizzati evidenziano una riduzione sia degli infortuni, sia delle malattie professionali, nella regione, ciò è indubbiamente positivo anche se l’analisi è estremamente ridotta, visto l’arco temporale analizzato, e non consolidati poichè soggetti ad assestamento e consolidamento prossimamente. Occorre implementare il percorso culturale con una In-formazione adeguata per contrastare infortuni e malattie professionali. La formazione sulla sicurezza sul lavoro è, un processo che consente ai lavoratori  interessati di essere più preparati nello svolgere attività che necessitano di una maggiore conoscenza ed abilità, oltre all’acquisizione di una maggiore consapevolezza del proprio ruolo e del proprio comportamento, connessi all’espletamento della propria attività lavorativa. E’ fondamentale che i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, svolgano un ruolo “positivo” nel controllo e attuazione della sorveglianza sanitaria, facilitare ed indirizzare le segnalazioni delle malattie professionali al patronato.  Il patronato sindacale non si interessa solo di pensioni e previdenza, ma ha un ruolo importante di tutela della salute e sicurezza sul lavoro di tutti i lavoratori del territorio” dice Bianchini.

“Il mondo del lavoro è in perpetua modifica, di conseguenza gli Rls devono sviluppare le competenze che la “moderna prevenzione” richiede, ovvero consolidare approcci e attività complesse che si basano sull’attuazione di politiche atte ad intervenire sui determinanti di malattia legati al rapporto tra salute, ambiente esterno e luoghi di lavoro, comportamenti e stili di vita, corresponsabili dell’insorgenza di patologie croniche, professionali e infortuni sul lavoro, con costi enormi anche per il sistema pubblico e sanitario. Tutto questo nel silenzio generale e, ancora più grave, nel provvedimento del Governo che taglia 150 milioni all’anno le risorse Inail destinate alla prevenzione e alla formazione, o, peggio ancora, consentendo all’Inail stesso di rivalersi anche nei confronti dei lavoratori sugli indennizzi concessi, oltre che sui responsabili e sulle imprese che hanno causato l’infortunio. Ancora una volta saranno solo i lavoratori a pagare” conclude Bianchini.

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