Le intercettazioni di Graviano dal carcere di Ascoli ammesse al processo Stato-mafia

PALERMO – Entrano nel processo palermitano sulla “Trattativa Stato-mafia” le intercettazione del boss mafioso Giuseppe Graviano.

“Berlusca mi ha chiesto questa cortesia” ed altre frasi lasciano ipotizzare l’esistenza di un rapporto tra lui e l’ex premier Silvio Belusconi secondo la procura di Palermo. Le parole del boss di Brancaccio pronunciate durante la permanenza nel carcere di Marino del Tronto ad Ascoli sono state accolte dalla Corte d’assise di Palermo, che dunque ha disposto la trascrizione delle conversazioni. Graviano nelle intercettazioni parla col detenuto Umberto Adinolfi proprio dei presunti favori fatti all’ex premier e del presunto ruolo che questi avrebbe avuto nelle stragi mafiose. In una delle conversazioni intercettate, il capomafia palermitano condannato per le stragi del ’92-’93 si mostra molto arrabbiato con Silvio Berlusconi, che chiama “traditore” e “pezzo di crasto”.

La procura aveva chiesto la trascrizione e quindi l’ammissione al processo di 32 conversazioni, ritenute rilevanti per l’accusa, tra il Graviano e Adinolfi. Accogliendo l’istanza per 21 conversazioni la Corte mostra di ritenere rilevante per il processo l’argomento portato alla ribalta dalla procura. Tra i dialoghi che verranno trascritti ci sono anche quelli tra Graviano e i suoi familiari in cui si parla del concepimento in carcere del figlio del capomafia di Brancaccio. Il boss aveva confidato al camorrista di avere incontrato e messo incinta la moglie mentre era detenuto al 41 bis.

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