Le potature non sono rifiuti ma si possono utilizzare, nasce la rete tra aziende agricole e giardinieri. Coldiretti Ascoli Fermo: “Pratica agricola sostenibile e in ottica di economia circolare”

Imprese agricole, vivai e aziende che si occupano di manutenzione del verde lavoreranno insieme per incrociare domanda e offerta di sfalci, potature e ramaglie. Ciò che fino a poco tempo fa era considerato erroneamente un rifiuto speciale da smaltire – con i relativi costi – oggi, grazie a un’interpretazione normativa chiesta con forza da Coldiretti – torna a essere per legge ciò che è in natura. E cioè, un sottoprodotto agricolo che può essere recuperato e riutilizzato. Di tutto questo si è parlato ieri pomeriggio all’hotel Parco dei Principi di Grottammare nel corso di Florovivaismo in pillole, ultimo appuntamento di un ciclo di quattro incontri per illustrare alle imprese le novità del settore.

All’iniziativa, organizzata da Coldiretti Ascoli Fermo hanno preso parte il generale Francesco Andreatta, comandante dei Carabinieri Forestali delle Marche, Nada Forbici, presidente di Assofloro e coordinatrice nazionale della Consulta per il florovivaismo di Coldiretti, e l’avvocato Michele Spinozzi. “Si tratta di una precisazione che chiedevamo da tempo – spiegano Armando Marconi e Francesco Goffredo, presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – per unire sostenibilità e semplificazione. Attraverso i sottoprodotti agricoli possiamo creare un’economia circolare che punti al riutilizzo delle risorse. Quanto costa ai cittadini lo smaltimento dei rifiuti? A quante campagne informative assistiamo per diminuire la quota di indifferenziata? In questo caso viene riconosciuto il verde, ovviamente recuperato correttamente, come materia organica a cui dare una seconda vita anche come concime e ammendante, andando a generare, potenzialmente, un sottoprodotto vendibile”.

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