L’editoriale: Ascoli Calcio, sabato si è vinta una partita da squadra di B

ASCOLI – La vittoria di sabato pomeriggio è stato il miglior modo possibile di onorare la figura di Rozzi. Ci tengo particolarmente ad iniziare la mia analisi così. Ricordo, in aggiunta, gli appuntamenti che seguiranno in settimana: la messa e l’evento al teatro. Per qualunque tifoso ascolano il 18 dicembre non è una data qualsiasi…

Il tifoso, visto che alcuni me lo hanno chiesto, che ieri si era sentito male durante la gara si è ripreso poco dopo.  Anche questa è una buona notizia che merita di esser data!

Ora, invece, entriamo “a piedi uniti” sulla prestazione.
Ha ragione il tecnico ospite a parlare di “mole di gioco”, sotto quel punto di vista ci sono stati superiori.
Più azioni, più passaggi, più tiri complessivi, più ripartenze…
Dimentica, però, Venturato che spesso le azioni fatte dai granata si sono concluse con tiri fuori dallo specchio, che la percentuale dei passaggi salta all’occhio perchè, per la maggior parte,  sono stati compiuti nella propria metà campo…
Cosa voglio dire?
Che, alla fine, tutta questa mole di gioco serve più alle stats che al cinismo necessario per portare a casa punti.

Rispetto alla nostra prestazione?

Qui la piega prendere è molto chiara. Tanti, forse troppi, si lamentano per un primo tempo, oggettivamente, brutto.
Io non trovo questo unico orizzonte come realistico ed universale.
E’ nella logica del calcio non riuscire a tenere un pressing totole – come quello fatto dai veneti  nella prima frazione –  per novanta minuti. Evidemente gli avversari avevano preparato la gara sul primo tempo. Avevano provato a sbloccarla subito per, poi, giocare di ripartenza…
Davanti si sono trovati una squadra che , “con le unghie e coi denti” (Leali), si è difesa.
Questo ci ha permesso di sfruttare il loro inevitabile calo fisico.

Nel secondo tempo la squadra ha preso coraggio, sospinta da uno stadio che è salito di giri di decibel, ed ha portato a casa l’intera posta.
Sabato, finalmente, è crollata una delle maggiori obiezioni mosse (finora) a Zanetti: quella di non essere in grado di vincere in modo sporco.
Finora siamo stati abituati a vedere un Ascoli che provava a tenere in mano il pallino del gioco, talvolta lasciando a casa il concetto di equilibrio. Ieri, invece, il nostro tecnico ha lasciato a casa il “fioretto” e, quando è servito, ha tirato fuori la “sciabola”.
Tutti i cambi vanno in quella direzione.
Beretta per tenere la palla e reggere le sportellate, Piccinocchi per fare densità nel mezzo e, negli ultimi minuti, Valentini per controllare gli spioventi ospiti. Si è chiuso con un “meraviglioso” 541.

La lucidità mostrata nella gestione dei corner finali dal “sindaco” ci fa’ ben sperare. Credo che il ricordo ed il gol subito da La Gumina fosse ancora vivido nelle menti dei nostri.
Siamo stati in grado di congelare la partita, tenendo, quando serviva, il Cittadella sulla bandierina per oltre 2′.

Tutto questo ci consegna una squadra che sta maturando, una squadra che ha iniziato a guardare negli occhi i propri limiti e sta provando ad ovviarli.
Spesso, ahimè, ci si scorda che abbiamo in panchina il tecnico più giovane della Lega. E’ normale e doveroso che anche lui “cresca” con noi.
Non è mai sembrato un allenatore fissato nel fare calcio alla stessa maniera.
Ieri, ad esempio, vista l’impossibilità di fare costruzione da dietro – nostra peculiarità finora, ndr – si è giocato lunghi.
Si è scelto, nel primo tempo, di appoggiarsi.
Riduttivo? Arrendevole? Remissivi?
Tutt’altro! Lucidi e razionali!
Una grande squadra passa (anche) dalla corretta lettura delle fasi di gara. Non sempre si può andare come delle “navi rompighiaccio”. Alla fine ti trovi senza forze e stretto nella morsa dell’avversario…

Quest’anno, in chiusura, entrando allo stadio, spesso sentivo ripetere che si sarebbe svoltato in caso di vittoria…
Beh, questa volta, può davvero essere così. Quello fatto sabato è da grande squadra: difesa collettiva, corrette letture e tanto cuore.Teniamo viva questa prestazione. Nella prossima giornata incontreremo una squadra – il Pordenone – che ha costruito le sue fortune in casa, che ha subito solo due gol e ne ha fatti 13 alla Dacia Arena ed ha lo stesso percorso casalingo del Frosinone…
L’ultimo step da fare – necessario per un progetto ambizioso – resta il ruolino di marcia esterno. Questo è l’ultimo trend da migliorare.

Questo vuol dire, anche, avere pazienza ed unità d’intenti. Si vince insieme e si perde insieme, non dimentichiamolo mai.

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