Legnini: “C’è bisogno di una stabilità normativa e finanziaria”

ASCOLI – «Ricostruire per riabitare significa porsi in una condizione tale da poter superare un tornante storico pieno di difficoltà, mettendosi alle spalle le tante sconfitte che hanno riguardato i bellissimi Comuni dell’Appenino capaci, in qualche modo, di resistere fino ad ora. Il problema di adesso, però, è proprio quello del tempo: è tutto lento e macchinoso, la semplificazione normativa di cui c’è bisogno non parte, i processi non si avviano. Continuando così, non solo pregiudicheremo il fattore tempo, ma anche la fiducia dei cittadini verso le istituzioni». Così Giovanni Legnini, Commissario alla Ricostruzione intervenendo alla giornata finale di “Ricostruire il Piceno, riabitare l’Appenino”,

«È vero che il Covid ha arrestato tutto, ma noi questo tempo lo abbiamo utilizzato ascoltando tanti soggetti per ridisegnare il volto del processo di ricostruzione: il decreto semplificazione, legato alle procedure, sarà pubblicato in queste ore. Per quanto riguarda lo sviluppo, alcune cose sono state fatte dopo il terremoto, ma ora serve come il pane una stabilità sia normativa che finanziaria, molto più importante rispetto alla quantità: dobbiamo avere certezze alle quali affidarci, sapere sempre cosa fare quando si presenta una necessità. Per questo l’obiettivo è quello di completare e semplificare le normative per poi poter iniziare a lavorare a testa bassa nel rispetto di tutti quei territori che ne
hanno bisogno e dei cittadini che li abitano» ha detto Legnini.

«Ho chiesto al Commissario Legnini di calarsi nel territorio e di parlare con le istituzioni comunali, mettendo da parte gli schieramenti politici e concentrarsi solo sul futuro delle città e degli abitanti. Da parte sua ho trovato sempre grande disponibilità, insieme abbiamo costruito un percorso importante nel quale stiamo creando di costruire un progetto-pilota che possa tenere costantemente in contatto i nostri uffici con la struttura commissariale. Oggi siamo davanti a un bivio: o si riparte o si muore. Abbiamo la possibilità di lavorare sul più grande cantiere italiano e abbiamo messo intorno a questo tavolo tutti gli attori protagonisti: tutti dobbiamo sporcarci le mani, tutti dobbiamo avere forza, coraggio e capacità» ha detto il sindaco Marco Fioravanti.

«Se Ascoli vuole diventare un modello italiano, deve porsi come barriera di protezione dell’area montana: dobbiamo costruire una rete di servizi essenziali e dialogare con i Comuni di montagna. Il progetto deve essere una risposta non solo per Ascoli, ma per chiunque: non a caso nel nostro piano di promozione turistica ci saranno anche quelle degli altri Comuni. Lo scopo è quello di lanciare un manifesto italiano: ricostruire il Piceno ripartendo dall’Appennino» ha concluso.

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