Macerie del terremoto: “Danni incalcolabili, qualcuno dovrà risarcire”

ditta dimensione scavi

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Assume sempre più un aspetto inquietante quello che sta succedendo alla Dimensione Scavi srl che, è bene ricordarlo, da sola è riuscita a ritirare e trattare l’85% delle macerie provenienti dalle zone colpite dal terremoto nella provincia di AP”. Inizia così una lettera aperta dell’avvocato Gabriella Ceneri, legale difensore della ditta Dimensione Scavi (leggi cosa è accaduto QUI).
“Azienda efficiente ed organizzata, che ha progressivamente adeguato il suo parco mezzi – prosegue il legale – ed attrezzature, di ultima generazione, per esercitare l’attività nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente, sostenendo elevati costi per gli investimenti.
Nessuno, né la Procura di Ascoli Piceno, né la Regione Marche, né l’ARPAM, organo tecnico deputato alla tutela dell’ambiente, hanno mai ipotizzato in questi mesi che il materiale depositato presso l’impianto potesse creare pericolo all’ambiente e alle persona.
La sospensione delle attività, comminata dal Servizio Tutela Ambiente della Provincia di Ascoli Piceno, è stata un fulmine a ciel sereno. Una grave iniziativa che non trova giustificazione alcuna in nessuna delle motivazioni addotte dalla dirigente del servizio. La Dimensione Scavi ha eseguito in data 8 febbraio scorso l’accesso agli atti del proprio fascicolo presso la Regione Marche dal quale è riuscita ad estrarre documenti che adombrano ineluttabili sospetti sul corretto ed imparziale operato della dirigente della Provincia. A sostegno della propria determina di sospensione la dirigente ha utilizzato – e qui la Procura della Repubblica valuterà la legittimità di questa azione – uno stralcio di relazione/verbale, probabilmente destinato ad altro Ufficio o Autorità, su cui ha fondato il suo impianto accusatorio. In altre parole la dirigente ha utilizzato un documento che non poteva adoperare ai fini della definizione istruttoria del procedimento amministrativo ex art. 208 comma 13 T.UA  e la verifica con il sopralluogo, per riscontrare l’attuazione delle prescrizioni comminate con la precedente diffida, non è stata mai eseguita. O meglio, era iniziata giacché sono state scattate foto all’interno dell’impianto ed interrotta con richiesta di differimento da parte dell’avv. Ceneri al Cap.Cataldi a mezzo telefono, considerato che la professionista era impegnata in udienza al Tribunale di Ascoli.
Tale verifica era un atto che doverosamente andata compiuto nel rispetto del contraddittorio, stante il diritto dell’interessato di parteciparvi con le garanzie difensive, in quanto già costituito a mezzo dell’avvocato Ceneri nel procedimento amministrativo, con il deposito di memorie difensive. Tale diritto partecipativo è garantito dagli artt.da 8 a 11 della L.241/90 e smi . Ma vi è di più. Alla fine degli accordi intercorsi telefonicamente con l’avv. Ceneri, gli ufficiali di P.G. hanno redatto l’unico verbale di sopralluogo, noto a Dimensione Scavi, contenente la richiesta di differimento di alcune ore. Quindi non risponde al vero che sia stato impedito agli ufficiali di P.G. di fare ingresso nel sito, però nella determina di sospensione la dirigente della Provincia questo dice. Il sospetto che si sia voluta fermare, ad ogni costo, l’attività di Dimensione Scavi è più che lecito visto che il giorno seguente ha iniziato ad effettuare il ritiro delle macerie dal centro di stoccaggio di Monteprandone la ditta Lupi Vincenzo srl. Una soluzione a tempo di record. Che efficienza da parte della Provincia”.
Conclude l’avvocato Ceneri: “E’ chiaro che le tutele legali avverso questo provvedimento illegittimo, iniquo ed arbitrario saranno avviate e depositate presso la Procura della Repubblica di Ascoli che indagherà sull’operato della dirigente. E’ altrettanto chiaro che la Dimensione Scavi, con l’ingiusta sospensione, sta subendo danni incalcolabili che, alla fine, qualcuno dovrà risarcire”.

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