Magliette gialle in zona sisma, bufera sulle parole di Renzi. Anche il Pd si spacca

Dopo le dichiarazioni di Matteo Renzi sulle magliette gialle nelle zone colpite dal terremoto, si accende la polemica. Giacomo Manni, esponente grillino, non le manda a dire al segretario nazionale del Pd: “Matteo, premesso che devi ancora mantenere le decine di promesse che hai fatto quando eri Presidente del Consiglio, tra le quali i container per Natale, la rimozione delle macerie, la messa in sicurezza delle case e degli edifici storici ecc., mi chiedo: ma i tuoi fino ad ora dov’erano? – dice Manni –  Con un giorno pensi di recuperati mesi di assenza nei territori colpiti dal sisma? Poi dovresti sapere che la maggior parte dei terremotati non sono nelle zone terremotate, ma negli alberghi della costa ed ancora aspettano le famose casette e le tante promesse che non hai mantenuto. Ma perché tutto questo zelo non lo hai dimostrato quando eri premier? Forse perché, mi azzardo a pensare, ora non sei più premier, sei indietro nei sondaggi e tra solo un anno si vota? Per il resto questa iniziativa si commenta da sola e, a mio avviso, è solo una squallidissima operazione mediatica su una tragedia che riguarda migliaia di persone che non hanno più una casa. Nemmeno ad uno che politicamente è disperato e che deve assolutamente recuperare consensi poteva venire in mente una cosa del genere… E mi fermo qui. Vergogna”.

Dello stesso parere Alessio Pagliacci, coordinatore regionale Forza Italia Giovani Marche e membro della Consulta Nazionale sul Sisma del movimento giovanile azzurro: “Con operazione magliette gialle nei luoghi del sisma il Partito Democratico allontana ancor di più i cittadini, già enormemente sfiduciati, dalla politica a vantaggio delle forze populiste – dice Pagliacci – Alla gente non serve parlare con la dirigenza nazionale del Pd, per i problemi di tutti i giorni ci sono i tanti sindaci che, seppur bloccati dalla burocrazia, non mollano e cercano di ricostruire al meglio le proprie comunità.

Oggi, a oltre otto mesi dal sisma, i territori hanno bisogno di risposte celeri e in questa fase i parlamentari del partito di Governo invece di perdere tempo per sterili operazioni mediatiche, a mio avviso anche di cattivo gusto, potrebbero lavorare e magari rivedere il modello d’intervento fin qui utilizzato. A L’Aquila il governo Berlusconi in pochi mesi costruì case antisismiche per 40000 persone, oggi ancora devono essere consegnate le casette prefabbricate, le strade sono ancora chiuse e la gente è tuttora negli hotel della costa. Non servono spot, campagne pubblicitarie o annunci, la gente aspetta fatti e risposte, cosa che il partito democratico a questo punto è chiaro non è capace di dare”.

Anche il capogruppo Pd, Francesco Ameli, è contrario all’iniziativa: “Caro Matteo, la proposta che hai lanciato dal tuo profilo Facebook di portare, domenica 21 maggio, le magliette gialle nelle zone del terremoto penso che sia un errore. E vorrei spiegarti perché – scrive Ameli in una lettera – l’idea dell’iniziativa #magliettegialle, cioè l’azione sul campo di attivisti e volontari del PD che aiutano e si sostituiscono a chi mal governa, come abbiamo fatto a Roma per i rifiuti domenica scorsa, è sicuramente un’iniziativa apprezzabile ma replicarla nei comuni colpiti dal sisma è, a mio modo di vedere, inopportuno.

Noi a Roma siamo all’opposizione mentre nelle Marche governiamo gran parte dei comuni, compresi quelli investiti dal sisma. E una forza politica che governa deve dimostrare di risolvere i problemi dei cittadini amministrando, non organizzando manifestazioni. Ed è quello che gli amministratori locali stanno cercando di fare. Non da ora. Posso testimoniare, conoscendone molti di persona, che dal 24 agosto operano in prima linea senza mai tirarsi indietro e quando è stato necessario hanno scavato anche a mani nude. E lo hanno fatto senza preoccuparsi delle le casacche di partito che indossavano ma vestendo idealmente solo la fascia tricolore. Ed il Partito Democratico li ha sempre supportati mettendoci la faccia!

Recarsi dunque sui luoghi del sisma per, come scrivi, andare ad “ascoltare lo stato dell’arte” e riportarlo poi “da lunedì” vuol dire, a mio parere, mancare di rispetto sia a chi, come noi, fino ad ora si è impegnato e si sta impegnando sino allo stremo delle forze per cercare di risolvere i problemi; sia, soprattutto, ai cittadini stessi che, pazientemente, ci stanno ad ascoltare perché hanno fiducia in noi e in tutti quelli che, giorno e notte, si impegnano per il bene comune. Conosciamo già le difficoltà esistenti, le conosciamo fin troppo bene e non le scopriremo certo “da lunedì”.

Il PD e i suoi amministratori locali ci sono sempre stati nelle emergenze, insieme a tantissimi volontari impegnati nella società civile, mentre si raccoglievano beni di prima necessità, mentre si offriva aiuto a chi stava peggio e, quotidianamente, quando c’è da fare. L’abbandono dei nostri borghi possiamo evitarlo solo con risposte mirate e dirette, come si sta cercando di fare da un po’ di tempo a questa parte. Proprio oggi è uscita un’importante ordinanza per la microzonizazione sismica. Possiamo popolare quelle terre riaprendo le vie di comunicazione ancora interrotte e snellendo la burocrazia. Ma, soprattutto, ascoltando i territori e non calando scelte dall’alto come, purtroppo, è avvenuto.

Ti ho convintamente sostenuto alle primarie, e continuerò a farlo, la mia critica non è quindi pregiudiziale, ma di merito, e sono convinto che tu sia stato mal consigliato su questo tema. Dimostriamo di essere un partito maturo, continuiamo a lavorare pancia a terra, velocizziamo i tempi della ricostruzione, continuiamo a stare accanto ai cittadini in difficoltà. Ma senza magliette gialle”.

 

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