Nardini attacca: “Un’ amministrazione non è proprietaria della città, né dei sui beni comuni”

Emidio Nardini, candidato sindaco del Cantiere riformista e consigliere comunale di Ascolto & Partecipazione attacca la Giunta.

“Una amministrazione non è proprietaria della città, né dei sui beni comuni. Agisce per conto dei cittadini che devono essere “messi in condizione” di esercitare il loro diritto/dovere di partecipare, non per atto di buon cuore del sindaco e la sua Giunta, ma per dovere costituzionale di chi amministra. La proposta in tal senso di “Ascolto & Partecipazione” volta alla modifica del regolamento e dello Statuto comunali (condivisa dai gruppi di opposizione) e presentata più di tre anni fa al Presidente del Consiglio Comunale e mai calendarizzata, è un esempio lampante della totale chiusura dell’amministrazione al confronto e al contributo dei cittadini nelle scelte che li riguardano. Questo lo si fa in molte città italiane ed europee, ma ad Ascoli non si deve. Ad Ascoli vi è un circolo ristretto che decide e che poi semplicemente comunica le proprie scelte. Eclatante è l’esempio dell’area ex Carbon: nessuna partecipazione pubblica alla determinazione del futuro di quell’area, nessun concorso di idee per prospettarne la destinazione possibile, solo una fallimentare operazione (speculazione) che da quindici anni compromette le prospettive di sviluppo della città e anzi accolla alla cittadinanza tutti i costi e rischi di impresa che lo stesso privato avrebbe dovuto viceversa assumersi” dice

“Di fatto, oggi, la conclamata “bonifica”, peraltro parziale sia nella estensione che nella qualità, avviene con risorse pubbliche, con somma gioia dei vecchi e nuovi proprietari dell’area! Questo forse non sarebbe successo se la cittadinanza fosse stata informata e le fosse stato permesso di esprimersi in maniera fattiva ed efficace sul destino di quella superficie così importante. Nessun dibattito pubblico sulle scelte importanti, in particolare quelle che riguardano appunto beni pubblici. Si vedano i progetti che vengono proposti sui fondi del PNRR o la ricostruzione post-terremoto proposti senza una strategia alcuna, ma alla spicciolata, nel senso più deteriore del “fare”: dalla Fortezza Pia, alla Montagna dei Fiori dove sono in ballo milioni di euro pubblici, ma che, nonostante gli obblighi di trasparenza, vengono impegnati di fatto nella più completa segretezza. Stessa cosa dicasi per le scuole ancora non in sicurezza dopo il fallimento del project financing privato. Eppure questa amministrazione di “Partecipazione” si è spesso riempita la bocca a sproposito, scambiandola con la “comunicazione” di decisioni già prese: la Biblioteca comunale, Parcheggi, Carbon, Montagna dei Fiori, etc. Si è puntato sui like delle pagine facebook e sul “caffè con il sindaco”: che suscita certo simpatia, ma che è in realtà una presa in giro” prosegue

“La democrazia partecipativa è una cosa seria che presuppone anzitutto la volontà e il coraggio di confrontarsi con i cittadini e utilizzare strumenti come l’assemblea e il dibattito pubblico, il referendum propositivo ed altro, come da noi proposto nella delibera di consiglio comunale che ha terrorizzato il sindaco e mai, dopo 4 anni, messa all’ordine del giorno! E ovviamente “il circolo ristretto ringrazia” conclude Nardini.

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