Nel Piceno allarme per tempi e costi di pratiche avvio ristrutturazioni edilizie locali

ASCOLI PICENO- L’Osservatorio della Cna nazionale ha “misurato” la burocrazia che grava sulle imprese, opprimendole. I dati sono allarmanti e, per il Piceno, la brutta notizia aggiuntiva è quella di una pressione (sia di tempi che economica) relativa alle ristrutturazioni. “Nella situazione che stiamo vivendo – commenta Luigi Passaretti, presidente territoriale della Cna di Ascoli – dilatazione dei tempi ed eccessiva pressione economica non giovano certo a una ripartenza del territorio”. “Edilizia e proprio ristrutturazioni – aggiunge Francesco Balloni, direttore generale della Cna Picena – sono, e saranno per i prossimi anni, una delle chiavi più importanti per l’economia delle piccole e medie imprese del territorio. Sostenerle, dunque, significa anche agire per una reale semplificazione burocratica che liberi tempo e risorse per il lavoro”.

L’avvio di un’attività presume la realizzazione di lavori edilizi per adattare i locali scelti alle esigenze dell’aspirante imprenditore. Talvolta i lavori sono obbligati: è il caso degli interventi per agevolare l’accesso ai disabili. Eppure, l’estrema complessità delle norme in materia edilizia rende spesso difficile perfino comprendere le procedure da seguire. Nel caso di semplici lavori di ristrutturazione interna (senza cambi di destinazione d’uso dei locali o superamento di vincoli particolari) è necessario presentare una Comunicazione inizio lavori asseverata (Cila). I diritti Cila sono gratuiti solo a Livorno, in gran parte costano meno di 100 euro e in sette casi (Ascoli Piceno, Caserta, Catania, Modena, Parma, Pesaro e Roma) li superano, con il picco della Capitale, dove si arriva a 251 euro. Gli adempimenti connessi alla documentazione che va allegata alla Cila sono molteplici. Va assegnato a un professionista l’incarico per la redazione del progetto, la presentazione della Cila, l’attività di direttore dei lavori, la comunicazione di fine lavori e l’aggiornamento del Catasto. Una serie di obblighi burocratici che costano intorno ai 5.500 euro.

Ma anche il resto dell’imprenditoria artigiana e commerciale non se la passa meglio. Certificati e permessi: 39 volte in fila e 18 mila euro medi di costi. E le prime vittime? Per l’Osservatorio Cna gli aspiranti imprenditori. Così si blocca chi ha idee e vuole crescere. In sintesi. Sessantacinque adempimenti. Ventisei enti coinvolti. Trentanove file (reali o virtuali) da fare. Quasi 18 mila euro di spesa. E tutto solo per aprire un salone di acconciatura. A svelarlo è “Comune che vai, burocrazia che trovi”,  l’Osservatorio Cna che misura il peso della burocrazia sull’avvio di impresa, alla prima edizione (ma destinato a essere riproposto annualmente). Un’indagine condotta sul campo, in collaborazione con 52 Cna territoriali, in rappresentanza di altrettanti Comuni di cui 50 capoluoghi di provincia. 

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