PicenAmbiente, Collina: “Per il momento non abbiamo problemi sui pagamenti degli enti”

tari

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Stando ad alcune dichiarazioni lasciate a mezzo stampa nazionale, ci sarebbe un problema per l’industria del riciclo. Confindustia Cisambiente ha posto sotto l’attenzione pubblica tutta una serie di difficoltà, tutte legate al fatto che troppi Comuni, province, Asl e altri organismi pubblici hanno smesso di pagare le aziende di servizi ambientali. Abbiamo cercato un riscontro con PicenAmbiente, principale gestore del servizio nella provincia di Ascoli Piceno (28 comuni Piceni per un bacino di circa 155 mila abitanti), intervistando l’amministratore delegato dott. Leonardo Collina. Ecco le sue dichiarazioni.

Mole di rifiuti prodotti, smaltimento e trend sotto la quarantena

Il problema denunciato da Confindustria è reale e cogente. Ad oggi noi non abbiamo gravi situazioni di criticità – ci dice l’amministratore delegato Collina nel pagamento delle fatture da parte dei vari enti, perchè al momento hanno dimostrato una gran senso di responsabilità verso chi ha dovuto garantire ai cittadini sempre un servizio pubblico ed essenziale, anche in un periodo di lokdowm. Questo, naturalmente, non diventa una garanzia per il futuro. Confidiamo che per l’avvenire i Comuni assicurino i necessari flussi finanziari, per garantire ai cittadini la continuità del servizio. Sotto emergenza, in realtà, almeno nella nostra provincia, non vi è stato un ridimensionamento così sensibile – come riportano alcuni organi di informazione – dei rifiuti. Il volume raccolto è stato sì inferiore, tuttavia il blocco delle attività – e la conseguente produzione di immondizia – ha visto la crescita di molte altre tipologie di pattume, soprattutto prodotto dalle famiglie. Queste hanno consumato di più in casa, insieme alle attività commerciali che sono rimaste aperte (negozi alimentari). Del resto a Marzo ed Aprile queste le strutture turistiche nella nostra zona (alberghi, stabilimenti balneari, ecc…) non erano ancora aperte o entrate a pieno regime, ergo la mole di spazzatura prodotta non era così importante come quando si è nel pieno della stagione turistica. Per i bar e i ristoranti o negozi invece il calo, ovviamente, c’è stato; e in maniera drastica, prodotto proprio dal lockdown. Infatti se prima nel weekend si mangiava al ristorante o si andava al bar o in pizzeria, durante la quarantena, si è cucinato in casa. Teniamo conto che in questo periodo abbiamo avuto anche l’aggravio della raccolta separata domiciliare e dell’incenerimento dei rifiuti, prodotti dalle persone positive al Covid 19 (o in quarantena), nonché per lo smaltimento di tutti i dispositivi protettivi (mascherine e guanti), il tutto secondo le direttive emanate dalla Regione Marche con ordinanza n° 23/2020.

Riguardo l’industria del riciclo

“Chiarito questo, come tutti i gestori del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani, abbiamo dovuto assicurare ai cittadini, con il pieno rispetto delle nome precauzionali anti contagio e per la massima tutela degli utenti e dei nostri collaboratori,  la continuità di erogazione del servizio pubblico essenziale di raccolta dei rifiuti prodotti dai cittadini, quindi le attività di raccolta hanno dovuto essere svolte a prescindere dalla quantità dei rifiuti prodotti. Voglio, però, sottolineare che l’allarme lanciato a livello nazionale ha un fondamento; soprattutto per l’industria/filiera del riciclo, prevista dal sistema ANCI-CONAI, a cui anche noi conferiamo tutti i materiali riciclati dalla raccolta frazione secca della raccolta differenziata. Se noi ritiriamo dai cittadini la carta, il vetro, la plastica, avendo le cartiere, i riciclatori della plastica chiusi (o in crisi), queste, prima o poi, bloccheranno i ritiri. Questo potrebbe bloccare tutta la filiera del recupero, che parte proprio dalla raccolta differenziata e che fa ogni settimana il cittadino. Questo è un complesso e grave problema sistemico e nazionale. Spero che – come vedo – venga risolto a livello governativo. La crisi e la ripresa del ciclo produttivo nazionale ha delle ricadute immediate anche sulla gestione dei rifiuti, come previsto dall’economia circolare che tutti noi sposiamo e intendiamo potenziare. Quali misure palliative di breve periodo, per fronteggiare situazioni di crisi in atto, vi sono delle proposte di aumento delle possibilità di stoccaggio.

Segnali di ripresa

“Gli effetti e le ricadute della pandemia sulla gestione dei rifiuti – certamente negativa – dipendono anche delle caratteristiche socio-economiche delle zone territoriali interessate. Certo è che gli effetti sulle grandi città o sulle città turistiche (come ad esempio Roma, Firenze, Venezia…) sono stati (al momento) ben più pesanti rispetto a realtà turistiche e balneari più piccole, come le nostre della riviera delle Palme. In questi primi giorni dell’estate, con la fine del lokdown, comunque abbiamo registrato una grande vitalità/ripresa di tutto il circuito socio-economico, in tutti i comuni Piceni; segno di voglia e determinazione a riprendere, in sicurezza, le condizioni di normalità. Un buon segnale per guardare con ottimismo la futuro.”

Dott. Collina

 

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

Guasto sulla condotta idrica, i tecnici ripristinano il flusso

Articolo Successivo

Uomo cade dalla scala e si ferisce gravemente