Piunti: «Le varianti? Ai privati chiederò anche opere aggiuntive»


SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Soldi e terreni sì, ma anche le opere. E’ quanto il sindaco Piunti si appresta a chiedere ai privati che intendono realizzare varianti urbanistiche sul territorio sambenedettese.

Le varianti urbanistiche sono uno strumento con cui il comune concede ai privati la possibilità di costruire in deroga al piano regolatore. Questo, in cambio di un “contributo straordinario”, in denaro e terreni.

«Sulle varianti abbiamo intenzione di chiedere anche più di quanto è stato calcolato dall’Agenzia delle Entrate – dichiara il primo cittadino – In questo momento storico, per avere a disposizione certe aree, sei costretto a confrontarti con i privati – continua Piunti – ma l’importante è non andare a parlarci con il cappello in mano. Proprio per questo motivo chiederemo loro di più: non in termini di denaro, ma in termini di opere da realizzare».

Cosa vuol dire? Le varianti in esame, al momento, sono due: la D’Isidori-Nidis in zona Brancadoro e l’Areamare in due diverse zone di Porto d’Ascoli. Nel primo caso, Piunti potrebbe chiedere al privato di realizzare la piazza di fronte la parrocchia di San Pio X, vera spina nel fianco delle amministrazioni comunali da oltre 40 anni. Il problema, però, è che il terreno è ancora per metà della Sipa, azienda in crisi. Per intervenire, quindi, sarebbe prima necessario acquisire la superficie.

La variante Areamare, invece, riguarda un territorio che ha bisogno di numerosi interventi strutturali. In primis, il rifacimento di Via Mare e del sottopasso ferroviario. La zona, inoltre, avrebbe bisogno di un’area di verde pubblico. E’ probabile dunque che Piunti stia pensando ad una di queste soluzioni.

Stando alle stime attuali dell’Agenzia delle Entrate, per realizzare la variante, D’Isidori deve corrispondere all’ente comunale 1,9 milioni di euro. Areamare, invece, 1,3 milioni in denaro e oltre 3 milioni in terreni.

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