Piunti riceve per errore notifica "anatra zoppa", per la difesa ricorso inammissibile

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ inammissibile il ricorso al Consiglio di Stato sulla così detta “anatra zoppa”? L’inammissibilità del ricorso presentato da Paolo Perazzoli, e altri, verrà chiesta dagli avvocati difensori dei consiglieri di maggioranza, Andrea Galvani, e del Comune, Marina Di Concetto. Perché? Per il fatto che le notifiche dell’udienza di giovedì 9 febbraio sono state inviate anche a consiglieri e assessori che non avevano resistito al Tar nel procedimento di primo grado, come l’assessore al commercio Filippo Olivieri e il sindaco Pasqualino Piunti.

Una svista? Sta di fatto che per i legali questo errore non è un vizio formale, bensì procedurale. Da qui nasce l’architettura difensiva che punta a fare annullare la causa, cercando di convincere il magistrato della Corte di Roma a riconoscere che l’appello è inammissibile, perché tira in ballo persone che non hanno fatto parte del giudizio di primo grado al Tar di Ancona.

Giovedì 9 febbraio al Consiglio di Stato  di Roma i giudici dovranno decidere se concedere la sospensiva (alla proclamazione degli eletti) chiesta dall’avvocato Antonio Salerno, difensore di  Paolo Perazzoli, Antimo Di Francesco, Antonio Capriotti, Maria Rita Morganti, Federica Michelangeli, Gianluca Pompei, Vinicio Liberati, Marco Curzi, Francesco Neroni, Flavia Marcella Mandrelli, Marco Calvaresi, Simona Di Battista.

L’accusa chiede di annullare l’atto di proclamazione di nove eletti, ripescati con il premio di maggioranza, a seguito delle elezioni svolte nelle tornate del 5 e del 19 giugno 2016.

Il 9 febbraio si saprà se il Consiglio di Stato concederà oppure no la sospensiva e che cosa stabilirà in merito alla richiesta di inammissibilità per l’errore delle notifiche. Se verrà respinta la sospensiva, e pure l’inammissibilità, dovrà essere fissata l’udienza per la trattazione del merito entro l’11 marzo.

Ma ci potrebbe stare la richiesta di rinvio da parte dell’accusa, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza sull’Italicum che, tra l’altro, ha riconosciuto la bontà del premio di maggioranza a chi raggiunge il 40%. Piunti non ci è arrivato.

 

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