Poste, i sindacati marchigiani: “La pandemia non sia una scusa per chiudere sportelli”

Dipendenti passati in poco tempo nelle Marche da 5.000 a 3.000, con solo 20 nuove assunzioni a fronte di 250 persone andate in pensione nel 2019. Un centinaio di uffici postali chiusi sui 411 totali, e una dirigenza dislocata a Bologna lontana dai problemi del territorio, che deve occuparsi di cinque regioni.

E’ un lungo elenco di lamentele quello stilato oggi su Poste Italiane dai responsabili sindacali Marche di Slp-Cisl Dario Dominici, Failp-Cisal Maurizio Giampieri, Slc-Cgil Gloria Baldoni, Uilposte Michele Spettatori e Confsal-comni Pierpaolo Ionna, nel corso di un incontro stampa ad Ancona, in cui hanno chiesto assunzioni e risorse. “La pandemia ha portato alla chiusura del 50% dei nostri uffici – dicono i sindacati – ma non tutti sono ripristinati. Il covid sta diventando una scusa per non aprirli più e a patirne le conseguenze negative sono soprattutto le categorie più deboli e gli anziani che per riscuotere la pensione devono fare lunghe file fuori degli uffici”.

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