Quagliariello benedice la nomina di Cinelli a coordinatore provinciale di IDeA

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Oggi, domenica 18 giugno, all’hotel Smeraldo, si è svolto il congresso della provincia di Ascoli di “IDeA”, il partito di centrodestra fondato dal senatore Gaetano Quagliariello, all’interno del quale si è tenuto il convegno “Un’Europa da rifondare”. Il movimento, che prende il nome dalle parole IDentità e Azione, si prefigge lo scopo di fare una nuova politica fatta di partecipazione iniziativa.

Durante il Congresso, alla presenza di Quagliariello stesso, è stato eletto come coordinatore per la provincia di Ascoli Piceno Sergio Cinelli, mentre Alessandra Alfonsi militerà in qualità di vicecoordinatore. Dopo i saluti dei sindaci di San Benedetto Pasqualino Piunti e di Ascoli Guido Castelli, l’ex presidente del Consiglio della Regione Marche, Vittoriano Solazzi, ha introdotto il convegno a cui sono intervenuti Carlo Ciccioli, portavoce regionale di Fratelli d’Italia, Piero Celani, consigliere delle Regione Marche di Forza Italia, Sergio Cinelli, neoletto coordinatore provinciale del movimento “IDeA”, l’onorevole Eugenia Roccella e il senatore Gaetano Quagliariello che ha chiuso il convegno. Presenti diversi assessori e consiglieri di centrodestra tra cui Tassotti, la Ruggieri, Pignotti.

Sono stati trattati temi importanti che attanagliano l’Europa, quali l’immigrazione e l’attualissimo dibattito sullo ius soli. Su quest’ultimo tema Quagliarello ha affermato che fra gli errori di fondo vi è la possibilità di riconoscere la cittadinanza ai minorenni. “Si tratta di una previsione sbagliata – secondo il Senatore –  sotto il profilo teorico e foriera di problemi dal punto di vista pratico. L’errore teorico è non considerare che la cittadinanza attiene ai diritti personalissimi dell’individuo, esercitabili con la maggiore età: pensare di riconoscerla a un minorenne, che in ogni caso nel nostro Paese gode di ogni tutela e comunque fino a diciotto anni non potrebbe esercitare il diritto di voto, significa immaginare che possano essere i genitori a decidere per i figli, e questo è un non senso di cui dovrebbero ben rendersi conto gli alfieri dei diritti individuali ad ogni costo. Dal punto di vista pratico, concedere la cittadinanza a un minore significa riconoscere ai suoi genitori il diritto di stare in Italia, e questo implica il rischio che fare figli nel nostro Paese e accompagnarli fino alla cittadinanza diventi appositamente un mezzo per facilitare la permanenza in Italia dei genitori. Se davvero si volesse sottrarre a un criterio meramente passivo e burocratico la concessione della cittadinanza – conclude Quagliariello -, bisognerebbe affrontare il tema con serietà, prevedendo ad esempio la necessità di conseguire un punteggio attraverso il possesso di requisiti sintomatici di una reale integrazione linguistica, sociale, economica nel nostro Paese”.

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