San Benedetto Blu Economy: un contratto di filiera che costituisce un modello sostenibile per la pesca in Italia

SAN BENEDETTO BLU ECONOMY è il progetto presentato nei giorni scorsi al Ministero dello Sviluppo Economico che utilizzerà gli scarti del pescato per trasformarli in materie prime per le aziende del settore della cosmesi, per integratori e per trasformarli in mangime per acquacoltura, nonché di calmierare i prezzi di determinate tipologie di pescato locale: un progetto estremamente innovativo che ha coinvolto i centri di ricerca dell’Università Politecnica delle Marche, il CAAP Centro Agroalimentare Piceno sulla base del decreto n.300946 del 6.7.22 ed i seguenti armatori: Merlinpesca, Mastrangelo Paolo & Cipolloni Cinzia, Bergamaschi e Cococcioni, Ca .Ri di Ricci Pietro e  Capriotti  Marisa, Marini Elisa, G.U.C. di Merlini& Di Domenico Carlo, F.lli Marcelli F.G., Merlini Elsa e Paolini Nicola, Impresa di Pesca F.lli Voltattorni di Voltattorni Luigi & Stefano, Nuova Pesca di Voltattorni Luciano & Figli, C.M.M. Costruzioni Meccaniche Marine, Carfagna Mario, Maurizi Brothers, MarchegianiGiulio e Figli, Nunzi Saverio, Papetti Pesca, M.G. Pesca di Merlini M.&G., Juma, Romani Federico & Taffoni Maria Teresa, Cofano Giovanni & C.

Il progetto si basa su elementi di economia circolare individuati nel Green Deal Europeo con l’obiettivo di definire un range di prezzo su differenti tipologie di pescato massivo che oggi, purtroppo, non vengono apprezzate e valorizzate dal mercato dei consumatori e vengono vendute a prezzi antieconomici.

Il progetto, quindi, permetterà di dare un diverso utilizzo agli scarti della pesca al fine di dare contezza al pescato locale e garantirne un valore aggiunto. Il pescato, il cui prezzo viene definito, transita nel mercato ittico locale che ne certifica e avvalora la garanzia, può essere oggetto di trasformazione e successiva commercializzazione.

La garanzia dei due processi, la trasformazione e la commercializzazione, viene avvalorata da un bollino identificativo di tracciabilità sulla provenienza del pescato della marineria sambenedettese con lo scopo di dare risalto alla materia prima. A chiudere il contratto di filiera vi è il recupero dello scarto della materia prima che deriva dalla lavorazione, e dal recupero del sottomisura.

Grazie all’attività svolta dall’Università Politecnica delle Marche, che utilizzerà i laboratori messi a disposizione del Comune di San Benedetto del Tronto, attraverso un protocollo d’intesa, viene garantita una nuova vita allo scarto/recupero del pesce per prodotti in ambito di cosmesi, integratori, mangime per acquacoltura, creando e soddisfacendo un interesse collettivo che accoglie le esigenze implicite della collettività e della società, con elementi innovativi anche a livello locale.

“Il CAAP Centro Agroalimentare Piceno – ha detto l’amministratore delegato dott.ssa Francesca Perotti – costituisce il nucleo centrale di tutto l’ecosistema composto dalla nostra struttura, dai centri di ricerca universitari che operano sul territorio e ovviamente il settore ittico che da sempre caratterizza il sistema economico del nostro territorio. Per la realizzazione di questo progetto, il Caap collante di tutta la filiera, per la realizzazione di laboratori di trasformazione e impianti per il recupero dello scarto è stato richiesto un contributo totale di euro 1.282.000.

Il CAAP Centro Agroalimentare Piceno ha, inoltre, realizzato un progetto legato al PNRR di sviluppo e miglioramento della capacità logistica dei mercati agroalimentari.

L’iniziativa ha lo scopo di accedere ai fondi PNRR per il sostegno allo sviluppo e miglioramento della capacità logistica dei mercati agroalimentari all’ingrosso, nell’ambito degli obiettivi di investimento del bando di cui alla Missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente “Economia circolare e agricoltura sostenibile”, Investimento 2.1 “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare”. Il progetto di investimento CAAP dell’importo complessivo previsto pari a circa €. 7.850.000,00 oltre IVA, finanziabili dal bando con il contributo del 100%, così suddiviso:

a)     Realizzazione di un parco Fotovoltaico di 1,348 MW che verrà installato sulla tettoia di copertura da realizzare nel piazzale compreso tra l’edificio mercatale ortofrutta e la palazzina servizi generali/direzionale, funzionale anche per lo svolgimento di diversi servizi e utilità nell’area sottostante.

b)     Ristrutturazione edilizia e tecnologica, revamping dell’immobile ittico. Tale intervento ha lo scopo di ammodernare e rendere “energeticamente indipendente” la struttura grazie ai nuovi gruppi frigo

c)     Realizzazione di impianti tecnologici del sottosistema Security.Con detta digitalizzazione si potranno effettuare i controlli logistici delle merci in ingresso ed in uscita e stilare i dati sui quantitativi di merci in transito, per le rilevazioni di sistema, nell’ambito delle funzioni pubbliche esercitate dalla Partecipata Pubblica C.A.A.P. SPA.

Gli scopi che si intendono raggiungere sono molteplici: potenziamento dell’efficientamento energetico, la riduzione di emissioni in atmosfera delle sostanze che hanno effetto inquinante e di quelle che contribuiscono all’effetto serra e l’utilizzo dell’area sottostante al parco fotovoltaico da destinare alla organizzazione, promozione e/o gestione di eventi, quali fiere, congressi, conferenze e meeting e mercatini per la promozione e la degustazione dei prodotti tipici agroalimentari del Territorio, oltre ai vantaggi per le aziende insediate, durante le operazioni di carico e scarico, efficientando la logistica interna della struttura e migliorando sensibilmente le condizioni operative degli addetti.

“Le iniziative intraprese – ha aggiunto l’amministratore delegato Francesca Perotti – fanno parte delle linee strategiche decise dal consiglio di amministrazione presieduto del Presidente Roberto Giacomini e del vice presidente Corrado Di Silverio e sono stati illustrati nel corso dell’iniziativa Food Hub Tour nell’ambito del convegno dal titolo “Rafforzare nel segno della sostenibilità le relazioni commerciali lungo la filiera ittica”. Con questi progetti il CAAP è diventato un vero e proprio modello di sviluppo a livello nazionale in grado di coinvolgere i vari attori del territorio attuando un sistema di crescita che può garantire un considerevole valore aggiunto nel segno della sostenibilità”.

“È importante sottolineare il lavoro svolto dal Caap nella predisposizione di questi progetti – ha detto il sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo – che si concretizzeranno nei prossimi mesi a dimostrazione della strategicità della struttura”.

“Il Caap è stato definito strategico sia dall’amministrazione comunale di San Benedetto – ha detto l’assessore Domenico Pellei – e sia dalla Regione Marche e l’importanza di questa attività progettuale conferma la validità della scelta fatta”.

“La marineria sambenedettese – ha detto l’assessore Laura Camaioni – ha risposto in maniera importante a questo progetto considerando la validità dello stesso in grado di garantire nuove opportunità di sviluppo al settore trainante dell’economia del territorio”.

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

Siccità, alti costi energetici e mancanza di manodopera: ecco le difficoltà degli agricoltori

Articolo Successivo

In partenza i corsi gratuiti per “addetto alla realizzazione di opere murarie” e “tecnico di cantiere edile”