Spazio Salute – Come riconoscere e gestire la paura

paura

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Gentili lettori, rispondo alle richieste pervenute in redazione fornendo teoria e alcuni strumenti pratici per migliorare il benessere personale e governare le emozioni negative.

Il malessere diffuso che colpisce alcuni di noi altro non è che l’espressione psicofisica dell’emozione chiamata paura.  Siamo programmati ad avere, in ogni situazione percepita come pericolosa, una reazione chiamata di attacco-fuga. E’ questa reazione che ci influenza, mettendoci a dura prova, soprattutto in periodi altamente stressanti come questo.

Procediamo con ordine: spieghiamo cos’è la paura e perché dobbiamo farla nostra amica, come possiamo gestirla e renderla funzionale anche sotto attacco («Coronavirus!!!») o in situazioni nuove.

Definizione. La paura è un’emozione primaria, comune sia al genere umano sia al genere animale.  Galimberti così la definisce: “Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia”. Questa emozione, una volta innescata provoca, come reazione fisiologica, tutta una serie di sintomi fisici utilissimi per la sua funzione originaria, l’attacco o la fuga.

Sintomi. Tra questi, l’aumento della frequenza cardiaca e pressione arteriosa, aumento della sudorazione per il raffreddamento del corpo, mente vigile, diminuzione della produzione della saliva, aumento della frequenza del respiro, aumento della capacità di coagulazione del sangue, rallentamento del processo di digestione.

L’effetto adattivo. Tali sintomi sono di grande aiuto se ci troviamo di fronte ad un pericolo fisico, come l’attacco di un nemico armato o di una belva feroce. Si rivelano utili anche in situazioni possibili nella realtà quotidiana, come il pericolo incombente di un’automobile che sta per investirci. Così, ancor prima di essere pienamente consapevoli di cosa sia successo, eccoci capaci di reagire istantaneamente e salvarci. Questo è l’effetto adattivo della reazione attacco-fuga. Un salvavita.

Ma nella vita moderna le situazioni che affrontiamo sono diverse e le domande poste mettono in luce questa differenza.

  • «Come farei se dovessi aver problemi sul lavoro? E se dovessero ridurre il personale? Dopo tutto questo caos dove troverei un altro lavoro?»
  • «Come sarà andare in giro? Davvero non avremo più feste o sarà tutto a distanza?»
  • «Gli amici? La vita che avevo prima? Ero felice e non lo sapevo, ora sono preoccupato».

Eppure la reazione innescata è la stessa, ovvero attacco-fuga. In questi casi, però, le reazioni descritte sono poco utili. Anzi, possono essere controproducenti, in quanto hanno un costo a lungo termine alto per la salute. Ad esempio comportano una riduzione della risposta del sistema immunitario, perché di fronte a pericoli imminenti viene messa in secondo piano la produzione di anticorpi. E questo a lungo andare ci indebolisce.

Nel momento in cui la nostra mente, con il nostro sistema di valori, credenze e aspettative valuta la possibilità di un rischio potenziale per noi stessi e le risorse (lavoro, affetti, qualità della vita…) causa l’attivazione di uno stato di allarme ed ansia. Reazione normale e condivisa perché è percepito un pericolo. Come prodotto finale però ci troviamo spesso a vivere un malessere sia fisico che mentale.

Quindi come possiamo gestire la paura, l’ansia e stare bene?

La gestione della paura. Il consiglio che vorrei dare a chi condivide questi pensieri e sensazioni è prima di tutto di accogliere le emozioni e di accettare ansia e paura come parte di noi. Riconoscere questo stato e dirselo, avere consapevolezza di quanto grande sia questa emozione attribuendole un valore numerico. Il secondo passaggio è quello di spiegare cosa ci sta preoccupando. Il terzo passaggio è quello di riformulare il pensiero cercando di valutare possibilità alternative e funzionali.

Per esempio:

1) «Mi sento in ansia 4 su 5».

2) «Ho pensato che se continua così perderò il lavoro. Il lavoro mi permette di essere autonomo ed è normale sentirsi in ansia per una risorsa in pericolo».

3) «E’ un periodo difficile, mi impegnerò nel lavoro e cercherò di guardarmi intorno per eventuali possibilità future. Cercherò di fare rete con chi conosco e favorire nuove prospettive».

Dopo questi step potremo comunque provare ansia ma sarà minore e durerà minor tempo.

La cosa fondamentale è non scappare dalla paura, ma cercare di funzionare con essa e dirigere la propria attenzione nel qui ed ora ed in attività utili o piacevoli.

Infine se doveste provare forte ansia o paura un antidoto segreto per far scemare presto i sintomi fisici è usarli per quello per cui sono nati: fare attività fisica come una corsa, delle scale o una passeggiata. Subito vi sentirete meglio.

Un saluto al prossimo incontro con altri consigli e risposte alle domande su dott.danilaluzi@picenews24.it o al numero 3284130265.

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