"Stazione ferroviaria in declino", protestano gli operatori turistici

SAN BENEDETTO DEL TRONTO –  Tagli alle corse ferroviarie, monta la contestazione. Ormai da tempo Trenitalia ha ridotto la propria offerta con la soppressione di diverse fermate alla stazione di ferroviaria di San Benedetto, in particolare per quanto riguarda i collegamenti ad alta velocità. Commercianti e operatori turistici, insieme a pendolari, segnalano a San Benedetto News il disservizio e lamentano i disagi provocati dalla soppressione di alcuni convogli. Alcuni treni fermano soltanto ad Ancona e Pescara, una contrazione inaccettabile dei collegamenti ferroviari, che penalizza la città e mortifica tutto il territorio Piceno.

“La scelta appare ingiustificata – sostiene Vincenzo Varuolo, proprietario del bar della Stazione di via Gramsci – perché penalizza significativamente le connessioni su rotaia di un territorio che è quotidianamente interessato da movimenti di turisti, anche di anziani che fanno fatica a muoversi in auto, nonché di lavoratori e studenti che, in modo particolare in un periodo di restrizione economica, trovano vantaggioso spostarsi in treno o non posseggono altri mezzi di trasporto”.

Il nostro Comune ha un bacino di utenti importante, in termini di residenti come di popolazione fluttante, siano essi turisti o pendolari. Quello che ci si auspica è un intervento che sicuramente concorra a rafforzare le politiche di crescita e di sviluppo del territorio, che al momento però rischiano di essere vanificate da un impianto orario che danneggia soprattutto l’utenza e accentua fenomeni di isolamento e depauperamento di servizi.

Pietro Canducci e sua moglie Angelica Neroni sono proprietari di due B&B a San Benedetto, Villa CriCri in zona Santa Lucia e il Seven Rooms proprio in centro, a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Anche loro sostengono che il problema esiste ed è serio.

“Poche fermate, soprattutto d’estate, fanno sì che per raggiungere la nostra città e quelle limitrofe un turista debba avere molta pazienza ed effettuare più cambi, – spiega Pietro – ma c’è un altro aspetto che mi sta a cuore ed è quello ambientale: pochi collegamenti danno adito ad un maggiore movimento di auto, distogliendo quindi dalla mobilità alternativa che dovrebbe essere incentivata”.

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