Stop ai rimborsi facili per i viaggi: nel mirino le spese di politici e dirigenti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La giunta di San Benedetto del Tronto tira il freno ai rimborsi per i viaggi dei politici e del personale. Da oggi in avanti ogni trasferta dovrà essere motivata e le spese sostenute dettagliate. In questo modo l’amministrazione Piunti si mette al riparo da episodi come il viaggio a Torino dell’ex presidente del Consiglio Bruno Gabrielli. L’ex presidente andò in missione senza autorizzazione e si auto rimborsò le spese, scatenando polemiche a raffica: ma il regolamento glielo consentiva.

Ora si cambia: il presidente dell’assise deve comunicare al sindaco quando va in missione, non può spendere più di 22 euro e 26 centesimi a pasto, non può soggiornare in hotel a 5 stelle e deve viaggiare nelle classi economiche dei mezzi pubblici.

Il listino spese vale per chiunque dell’ente vada in missione. Cambia invece il modo di comunicare la trasferta. L’assessore deve ottenere l’autorizzazione del sindaco, i consiglieri dal presidente dell’assise. I dirigenti devono informare il segretario, il quale se va in viaggio lo dice al sindaco, mentre i dipendenti devono rapportarsi con i propri dirigenti.

Il sindaco può andare in missione senza chiedere il permesso e deve attenersi alle regole degli altri per i rimborsi. A un anno dall’insediamento non risultano rimborsi chiesti da Piunti che ha rinunciato alla carta di credito e alla prepagata.

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