Terremoto: rabbia docenti, possibili nuovi tagli nelle aree colpite dal sisma

Le scuole dei comuni all’interno del cratere rischiano di subire un’altra mazzata dopo quella inferta dal terremoto.

Lo spopolamento in molti di questi territori è già avvenuto, ora c’è il rischio concreto che anche a livello scolastico si registri un duro colpo. Molte famiglie stanno infatti pensando di non iscrivere i propri figli negli istituti localizzati nel cratere: la paura, a quasi un anno di distanza dalla prima scossa, è ancora tanta. Ma se diminuiscono gli alunni, a essere tagliati sono anche i docenti.

In realtà ci sarebbe una circolare emanata dal Ministero dell’Istruzione che dovrebbe scongiurare tale pericolo: “Per quanto riguarda le aree interessate dai recenti eventi sismici sono mantenute le classi attivate nei comuni colpiti, anche con parametri inferiori a quelli previsti dalla normativa vigente ed è possibile attivare ulteriori classi nei comuni che hanno accolto gli studenti delle zone terremotate, nei limiti delle norme specifiche in via di definizione”, recita la nota. 

Una circolare che dovrebbe essere positiva per i docenti: anche qualora ci fossero meno alunni rispetto al passato, ipotesi tutt’altro che remota, gli organici scolastici resterebbero bloccati. Niente tagli per gli insegnanti dunque, né accorpamento di classi anche nel caso in cui il numero dei ragazzi per sezione fosse inferiore a quello previsto dalla normativa. Nella pratica però la circolare non è ancora stata applicata nelle Marche e c’è il reale pericolo che il monito del Ministero non venga recepito dall’Ufficio Scolastico Regionale.

E adesso docenti e sindacati stanno alzando la voce: “Chiediamo che per le scuole localizzate nel cratere venga garantita una disponibilità di organico che tenga conto delle specifiche esigenze dovute al terremoto”, ha spiegato Feliciana Capretta, responsabile Cisl Scuola per Ascoli e Fermo. “Si devono rispettare le necessità di questi istituti. Tutta la comunità scolastica, alunni, famiglie e personale, ha delle esigenze legate al sisma. Avremmo fatto volentieri a meno di tali bisogni specifici, ma la situazione è questa ed è necessario tenerne conto. Generalmente l’organico scolastico viene stabilito in base al numero degli alunni: se questi aumentano cresce l’organico, viceversa diminuiscono entrambi. Ma comportarsi così anche stavolta vorrebbe dire non rispettare le esigenze dovute al terremoto”. 

Accorpare classi con un numero di alunni inferiore rispetto alle direttive ministeriali, e conseguentemente tagliare il numero dei docenti, non può e non deve essere la soluzione nelle zone colpite dal sisma. “Bisogna garantire la presenza dello stesso numero di insegnanti anche nelle classi sottodimensionate”, conclude Feliciana Capretta. “Il territorio ha delle esigenze specifiche che devono essere rispettate. In caso contrario non saranno solo i professori a rimetterci, bensì tutta la comunità”.

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