Tornano le Giornate Fai d’Autunno. Ad Ascoli visitabili il Palazzo Vescovile e il Museo Diocesano

ASCOLI – A Giulia Maria Crespi, scomparsa lo scorso luglio, è dedicata l’edizione 2020 delle Giornate FAI d’Autunno: mille aperture a contributo libero in 400 città in tutta Italia, organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre. Anche quest’anno promotori e protagonisti sono i Gruppi FAI Giovani, ideali eredi e testimoni dei valori che per tutta la vita hanno guidato la Fondatrice e Presidente Onoraria del FAI

Storiche dimore signorili, castelli, giardini, sedi istituzionali, chiese, complessi conventuali e tante altre “chicche” come borghi, collezioni private, parchi, luoghi della produzione e del commercio solitamente riservati agli addetti ai lavori si sveleranno attraverso punti di vista insoliti e racconti che meraviglieranno i visitatori, soddisfacendo e, insieme, accrescendo il loro desiderio di sapere, la loro curiosità

Ad Ascoli saranno visitabili il Palazzo Vescovile e il nuovo allestimento del Museo Diocesano

Lo scorso 14 marzo, dopo 4 anni di lavori sono terminati i restauri del Palazzo, resi necessari in seguito ai danni riportati dal sisma del 2016. Un patrimonio immenso di arte, storia e spiritualità è tornato a nuova vita, ma l’emergenza sanitaria non ha reso possibile celebrare pubblicamente questo importante momento. In occasione delle Giornate d’Autunno, il FAI aprirà il palazzo in anteprima e offrirà ai visitatori l’opportunità di scoprire il nuovo allestimento del Museo Diocesano. L’intero complesso si compone di tre corpi sorti accanto alla Cattedrale che datano dal XIV al XVIII secolo.

Attraverso un paziente lavoro di restauro filologico e inglobando i suoi appartamenti privati nel preesistente Museo Diocesano – tra cui la sala affrescata dal pittore Marcello Fogolino, in fuga dalla Serenissima e rifugiatosi nel XVI secolo presso il vescovo ascolano Filos Roverella – l’attuale vescovo ha voluto offrire alla città importanti oggetti d’arte mai esposti, tra cui un prezioso sciamito dell’VII sec., una tovaglia del XIV e veli di seta che avvolgevano ossa umane, probabilmente reliquie. Da segnalare anche il ritrovamento di un lampadario di Giorgio Vasari, con lettere dell’artista al vescovo aretino Pietro Camaiani, autore della committenza.

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