Vacanza al camping con multa: “Un’ingiustizia”

controlli

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Una multa ingiusta, non tanto per i 95 euro che ho dovuto pagare, quanto per il modo con cui si sono svolti i fatti”. Protesta Adamo Scartozzi per una multa presa dal figlio Luca il giorno di Ferragosto 2017 a Foce di Montemonaco perché sostava in una strada in cui vige il divieto di transito: ma, a suo dire, era la via di accesso al camping in cui il giovane universitario trascorreva la vacanza. “La notifica del verbale – sbotta l’uomo – è avvenuta in data 14 novembre ed stata ritirata il 18 novembre, in quanto mio figlio era all’Università, quindi per questo motivo non si è potuto usufruire nemmeno della riduzione del 30%”.
Scartozzi, residente nel quartiere Salaria, ha cercato di farsi rimborsare dal camping e, in alternativa, ha chiesto l’annullamento del verbale al comando dei vigili di Montemonaco. La vicenda si è trascinata fino a qualche giorno fa, tra e mail e telefonate, quando Scartozzi ha capito che non c’era nulla da fare. Amareggiato dal doppio rifiuto ha voluto raccontarci come sono andati i fatti e ha intenzione di rivolgersi a Striscia la Notizia.
“Mio figlio Luca – spiega Scartozzi – la scorsa estate ha scelto di trascorrere la vacanza con gli amici a Foce di Montemonaco presso il camping La Taverna della Montagna. Per accedere alla struttura si deve percorrere una strada in cui vige il divieto di transito ma il titolare, Filippo Mazzarelli, prima che mio figlio partisse ci aveva chiesto il numero di targa della macchina, al fine di comunicarlo ai vigili urbani per il permesso di transito. La vacanza è trascorsa tranquillamente e Luca è tornato a casa senza avere avuto contatti con la Polizia municipale. Ma la sorpresa l’abbiamo trovata qualche mese dopo nella cassetta della posta, in cui c’era l’avviso di giacenza all’ufficio postale di una lettera raccomandata. Ebbene, era una multa originariamente di 69,50 euro comminata il 15 agosto 2017 alla macchina di mio figlio, perché è transitata e poi ha sostato sulla strada in cui c’era il divieto di circolazione: ma quello era il percorso per andare al camping e c’erano altre auto parcheggiate vicine alla sua”.
Non basta: “Insomma, l’automobile era sprovvista di autorizzazione. Eppure il signor Mazzarelli chiese il numero di targa dell’automezzo a mio figlio per comunicarlo al comando dei vigili di Montemonaco. Allora perché è scattata la multa? Il signor Filippo si è forse dimenticato di comunicarlo ai vigili? Io penso che una bella località turistica come Foce di Montemonaco dovrebbe andare incontro agli ospiti e non alzare le barricate nei confronti di chi chiede che vengano riconosciuti i suoi diritti”.
Scartozzi ha scritto una e mail alla municipale di Montemonaco per chiedere l’annullamento della sanzione. Gli è stato risposto che la macchina è transitata per poi sostare in una strada sulla quale è stato disposto il divieto di circolazione veicolare con ordinanza del sindaco n. 17/2010. Viene anche specificato che “le autorità che hanno disposto la sospensione della circolazione possono accordare, per esigenze gravi e indifferibili o per accertate necessità, deroghe o permessi, subordinati a speciali condizioni e cautele. In questo caso l’autovettura non disponeva né di permessi né di deroghe rilasciati da questo ente. Può comunque proporre ricorso nei tempi e nei modi indicati nel verbale”.
Scartozzi, secondo il suo racconto, si è messo in contatto telefonico e successivamente per e mail con Mazzarelli chiedendo spiegazioni e il rimborso dei 95 euro della multa. “Al telefono Mazzarelli mi ha proposto una vacanza scontata e non ha risposto alla e mail successiva”.
Non è finita: “Perché la multa è stata inviata a casa dopo alcuni mesi? Secondo me andava messa sul lunotto della macchina quando si trovava in divieto a Foce. Dico questo perché sul verbale c’è scritto che ‘il veicolo veniva trovato in sosta’. Se era in sosta perché non è stata lasciata la multa sotto al tergicristallo? Se mio figlio avesse visto il foglio del verbale nei giorni in cui si trovava in vacanza, poteva per prima cosa parlare all’istante con il titolare della Taverna della Montagana per cercare di risolvere il problema. Se poi fosse stato costretto a conciliare, avrebbe potuto ottenere lo sconto del 30% e non avrebbe pagato 10 euro aggiuntivi per le spese di spedizione della raccomandata”.
La stoccata finale: “Contesto anche la norma che concede lo sconto del 30% a chi paga la sanzione entro cinque giorni dalla notifica”. Perché? “Perché la raccomandata  – tuona Scartozzi –  è stata notificata quando a casa non c’era nessuno e il postino ha lasciato nella cassetta la cedola per il ritiro, che non può effettuare un’altra persona al di fuori del soggetto in indirizzo, a meno che non firmi la delega. Si dà il caso che Luca stesse all’università e quando è tornato erano trascorsi i cinque giorni per accedere alla riduzione. Se uno avesse saputo che si trattava della multa avrebbe fatto in modo di ritirarla entro la data per avere lo sconto. Insomma, dopo il danno la beffa”.

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

L'indirizzo "Gestione delle acque e risanamento ambientale" all'Ipsia di San Benedetto

Articolo Successivo

Anche l'Ipsia "Guastaferro" celebra la Giornata delle Memoria