Ameli replica a Loggi: “Avrebbe dovuto evitare di arrampicarsi sugli specchi”

“Di fronte a un ente in dissesto, per rispetto dei dipendenti, cittadini, imprese e parti sociali l’ex presidente avrebbe dovuto evitare di arrampicarsi sugli specchi con inverosimili accuse politiche per giustificare un atto ingiustificabile: le sue dimissioni”. Lo dice il segretario provinciale Pd Francesco Ameli.
“L’ex presidente Loggi ha scelto di dimettersi in maniera autonoma, infatti nessuno ha mai chiesto le sue dimissioni, pertanto non si capisce quali scuse si dovrebbero a chi ha scelto di fare tutto da solo, senza che nessuno chiedesse nulla.
Gli atti lo dimostrano: tutti i punti all’ordine del giorno del Consiglio, in questi anni, sono stati sempre approvati con tutti i consiglieri presenti e con votazioni unanimi o a larga maggioranza da ultimo il bilancio che, e questo va ribadito, è stato approvato all’unanimità. Per quanto riguarda le affermazioni sul PD, ho già provveduto a convocare gli organismi dirigenti, come già fatto prima del bilancio, ma non posso esimermi dal ritenere scomposte e superficiali le critiche al Partito Democratico: è paradossale pensare che il PD sia un bus sul quale salire per diventare Presidente della provincia o consigliere provinciale, e farlo diventare invece uno strumento di battaglia politica quando si parla di Monteprandone. Quello che ormai appare chiaro a tutti i cittadini, non facendo onore a chi ha un senso alto delle istituzioni, è la strumentalizzazione della questione Provincia per la campagna elettorale di Monteprandone” prosegue.

“Voglio esprimere la mia solidarietà ai consiglieri del Partito Democratico, alcuni anche al fianco dei precedenti presidenti, i quali hanno lavorato con abnegazione e, come è noto, gratuitamente e a loro va il nostro ringraziamento perché hanno sempre dimostrato senso di responsabilità mettendo a disposizione, con generosità, le loro competenze e il loro impegno nonostante le difficoltà di un ente in predissesto finanziario. Certo non so se sia più grave che l’ex Presidente sapesse o che non sapesse; di certo non avvertire neppure il giorno dopo il consiglio, i dipendenti e sindacati dedicandosi piuttosto a strumentalizzazioni politiche sulla stampa, è un gesto che si commenta da solo” conclude.

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