Caso Gabrielli, strategie post revoca e gli effetti del ricorso al Tar

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nei salotti e nelle segreterie della politica sono già cominciate le strategie per definire chi presiederà il Consiglio comunale successivamente alla revoca definitiva di Bruno Gabrielli (FI).

A cena o in gran segreto si discute su chi potrà meglio rappresentare l’intero Consiglio comunale nel post Gabrielli e soprattutto sul ruolo futuro che avrà il partito berlusconiano.

La maggioranza non sembra assolutamente intenzionata a fare passi indietro, anzi, con assoluta fermezza fanno sapere diversi consiglieri comunali di centrodestra che ormai la strada è tracciata e non ci saranno sorprese o ripensamenti sulla linea fino ad ora adottata.

Forza Italia che farà? Gli azzurri hanno accusato il colpo ma non disperano.  Qualora Gabrielli fosse definitivamente estromesso dal suo ruolo sarebbe certo il ricorso al TAR delle Marche. E costruirebbe la difesa sui punti deboli della mozione di revoca.

Spesso giornalisticamente parlando,  l’atto viene definito “mozione di sfiducia”, in verità, fanno notare, si tratta di una “mozione di revoca” perché una volta eletto il presidente del Consiglio comunale non deve avere più un rapporto fiduciario con il Consiglio. In poche parole il presidente del Consiglio comunale può essere rimosso solo per gravi motivi connessi esclusivamente allo svolgimento delle sue funzioni.

Il TAR potrebbe far saltare tutta l’operazione dei 21 consiglieri? Una eventualità del genere lascerebbe le cose al lo posto con grande imbarazzo del Consiglio tutto. Interessante sarà anche capire la posizione che assumerà il sindaco Pasqualino Piunti, dato che finora ha avuto un ruolo super partes. Le variabili esterne che possono interferire sono diverse: una su tutte, la cosiddetta “anatra zoppa”. La decisione del Consiglio di Stato è infatti attesa per il prossimo 6 aprile.

I nomi in circolazione per la successione di Gabrielli sono in ordine di probabilità Gianni Balloni (FdI), Stefano Muzi (FI) e Valerio Pignotti (FI) per la maggioranza, mentre qualora l’anatra zoppa dovesse davvero provocare il rimescolamento delle carte sarebbe disponibile fin da subito ad un dialogo per il proseguo della legislatura il consigliere Marco Curzi (Psi). Dai rumors, per la presidenza del Consiglio si potrebbero pescare dal mazzo Domenico Pellei (Udc) e lo stesso Curzi.

 

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