Cna: “Alimentare ok, tessile e abbigliamento in sofferenza. Pesano le crisi internazionali”

ASCOLI – Anche se con grande fatica che imprese del Piceno tornano a investire e a programmare di investire nel 2020. Lo rileva un sondaggio commissionato dalla Cna di Ascoli al Centro studi della Cna regionale delle Marche.

Nei primi 6 mesi dell’anno in corso il 22 per cento delle aziende metteranno a bilancio spese per ammodernamento, innovazione, nuove figure professionali. “Una percentuale ancora sicuramente bassa – spiega il direttore della Cna, Francesco Balloni – ma che incoraggia a proseguire nel nostro lavoro. Soprattutto in quello di informare le imprese sulle opportunità di sostegno agli investimenti. Fra aprile e marzo abbiamo in programma una serie di appuntamenti su tutto il territorio proprio per dare indicazioni precise e dettagliate agli imprenditori. Incontri programmati sia nelle nostre sedi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, come nella zona montana e nella vallata”.

L’impulso agli investimenti – è la valutazione della Cna Picena – è fondamentale e da sviluppare in tempi rapidissimi. Il 22 per cento delle aziende che hanno programmato investimenti da qui all’estate sono – sempre in base ai dati storici elaborati dalla Cna – quasi il doppio di quelle che hanno investito fra il 2018 e il 2019, ovvero poco più del 14 per cento delle imprese. A questo si aggiunge che settori come la meccanica (più 47%) e l’alimentare (più 63%) raddoppiano o addirittura triplicano questa propensione a investire. Segnano invece il passo  moda, abbigliamento e servizi che non pensano di effettuare alcun investimento, almeno per questo primo semestre dell’anno.

Altro dato significativo, raccolto da Cna intervistando oltre 60 imprese picene del settore manifatturiero, è che un terzo di queste hanno dichiarato di aver chiuso il 2019 in crescita e solo il 18 per cento con attività in calo. “Nel complesso di tutte le imprese medie e piccole artigiane a commerciali – precisa Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli – il 70 per cento ha dichiarato un fatturato stabile. E’ come vedere un bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. Ma è dalla stabilità che si può sperare di passare alla crescita. Dopo anni di segni negativi su quasi tutti gli indicatori economici territoriali”.

Da monitorare con attenzione il fatto che imprese come quelle del tessile, dell’abbigliamento e del calzaturiero che nel 2019 avevano fatto registrare un’impennata di fatturato e investimenti, per il 2020 non prevedono assolutamente di continuare su questa strada positiva. E certamente in questi specifici settori le congiunture internazionali, dai dazi agli embarghi, per arrivare alle psicosi di pandemie, incidono fortemente sui vitalissimi mercati dell’est e orientali.

“Misure di sostegno ne sono in atto molte per questo 2020 – conclude Massimo Capriotti, direttore provinciale di Ascoli Piceno di Unico – e lo stesso discorso si può fare per la possibilità di agganciare finanziamenti a tassi indubbiamente agevolati. Proprio per non lasciare indietro nessuno abbiamo deciso di attivare un vero e proprio tour porta a porta per le aziende, per informarle e farle riprendere un cammino virtuoso già intrapreso ma che, almeno nelle aspettative di molti  titolari, in questo 2020 sembra non proseguibile. La sfida è che in questo contesto dinamico, fatto di trasformazioni ma anche di problematiche, per chi opera nel credito è sempre più difficile fornire supporto e sostegno alle imprese”.

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