Coronavirus, le nuove disposizioni della Diocesi per le celebrazioni liturgiche

ASCOLI – Il Vescovo di Ascoli Giovanni D’Ercole parla delle nuove disposizioni per le celebrazioni liturgiche.

“Come già ho avuto modo di dire, ritengo importante dal punto di vista pastorale assicurare ai fedeli la partecipazione ai Sacramenti, in particolare alla Celebrazione Eucaristica. Specialmente in questi contesti di difficoltà, il rischio e che la paura diventi panico, aggiungendo pesi inutili a quanti già ne stiamo portando. La vicinanza del Signore rassicura e da pace, come ai discepoli terrorizzati sulla barca sballottata dalle onde del mare in tempesta: “Perché avete paura, gente di poca fede?» (Mt 8, 24). Occorre che questa presenza di Dio sia da tutti percepita attraverso la nostra azione liturgica e pastorale.

Ciò attentamente considerato, fermo restando quanto comunicato in precedenza stabilisco che:

  1. Quando si assicura il pieno rispetto delle norme igienico sanitarie (in particolare la distanza tra le persone, la comunione sulle mani, con ordine e senza fretta), la Messa domenicale può essere celebrata. Se si prevede una notevole affluenza, è possibile aumentare it numero delle celebrazioni e non si scarti nemmeno l’ipotesi di celebrare la S. Messa all’aperto.

  2. I fedeli, specialmente le persone anziane o affette da patologie, che non possono uscire dalle proprie abitazioni, si considerino dispensati dal precetto domenicale; si consigli loro di seguire la S. Messa alla Radio, in TV oppure nei vari siti interne ove viene trasmessa.

  3. Mancando le condizioni per una serena celebrazione eucaristica, in alternativa si esponga il Santissimo Sacramento e si invitino i fedeli a sostare personalmente in chiesa in preghiera, meditando la Parola di Dio della Domenica e, se lo desiderano, si distribuisca loro la santa comunione.

  4. Perché ci sia uniformità in tutta la Diocesi, si sospenda per ora la consueta visita pasquale alle famiglie, mantenendo invece – sempre con le dovute garanzie – la visita agli anziani costretti in casa e agli ammalati.”

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