De Vecchis: "La mozione di sfiducia è nata altrove"

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ nata tra le fila della maggioranza la sfiducia al presidente del Consiglio Bruno Gabrielli? Il capogruppo del Pd, Antimo Di Francesco, assicura che sia una iniziativa intrapresa “da tutta la minoranza”. Ma Giorgio De Vecchis di Ripartiamo da Zero è stato informato quando sul documento c’erano diverse firme. Eppure è uno degli esponenti di spicco della minoranza. “La mozione non è partita da me. Mi è stato chiesto di firmare – assicura De Vecchis – quando i giochi erano fatti. La mozione è andata liscia come l’olio, è stato  tutto calcolato affinché andasse in porto senza ostacoli”.

A palazzo circola questa teoria: assessori e consiglieri si  sono sentiti scavalcati nelle deleghe a lavori pubblici, urbanistica, commercio, turismo, cultura e, addirittura, contestati nelle decisioni, come il Festival del Brodetto.  La mozione protocollata nella mattinata odierna fa in maniera assidua riferimento ai presunti “sgarri” che il presidente dell’assise avrebbe fatto alla compagine di maggioranza. Se si esclude il Consiglio aperto sulla sanità (che è una questione della minoranza), tutto il resto investe la maggioranza.

Nella foto, la conferenza dei capigruppo di questa mattina sul Consiglio del bilancio, qualche ora dopo la mozione di sfiducia. Al cospetto di Gabrielli tutti i firmatari della sfiducia, ad eccezione di Valerio Pignotti di FI, che non ha firmato.

 

 

 

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