Il Comitato Piceno Commercianti: «Necessari indennizzi e affitti calmierati»

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Crisi da coronavirus. Il Comitato Piceno Commercianti chiede misure per contrastare la possibile recessione del tessuto socio-economico locale.

«Si avvicina l’inizio della ormai nota fase due – fanno sapere gli esercenti – commercianti ed artigiani, estremamente sensibili all’andamento dei mercati, hanno ben chiaro il percorso che dovranno fare. E sono molto preoccupati.

Sarà un percorso durissimo. Perché a fronte di costi che andranno inesorabilmente a crescere non corrisponderanno – per un lungo periodo – incassi tali da coprire le spese, comprese quelle arretrate. Spese che riguardano gli affitti, i fornitori, le utenze, i contratti assicurativi, la sorveglianza e tutte le altre voci a bilancio che – durante la chiusura forzata – hanno continuato a correre non subendo il lockdown.

Entrano quindi in gioco i privati ed il rapporto di fiducia e collaborazione che commercianti ed artigiani hanno sempre avuto con loro. Il comitato, rappresentativo delle categorie commerciali del territorio Piceno, chiede a gran voce che siano ascoltate ed accolte le richieste che si stanno intavolando con tutti gli attori della filiera i quali devono assolutamente rendersi conto che l’economia delle micro aziende ha subito e subirà il più duro colpo della storia del nostro paese. Commercianti ed artigiani chiedono che il danno causato da questa devastante emergenza sanitaria sia spalmato su tutti i protagonisti e che si intervenga immediatamente su una rimodulazione dei costi che garantirebbe non tanto la riapertura quanto la sopravvivenza delle migliaia di piccole attività che insistono sul nostro territorio.
Si chiede altresì alle associazioni di categoria ed alle amministrazioni comunali di sostenere ed accompagnare le aziende in tutte le trattative che verranno affrontate affinché si riesca a sensibilizzare pubblicamente i privati in merito alle istanze presentate.

I famosi 600 euro, i crediti d’imposta, le garanzie dello stato, potrebbero andare bene ma devono essere affiancati da necessarie prese di coscienza da parte dei privati coinvolti. Commercianti ed artigiani chiedono, quindi, indennizzi a fondo perduto anche per le imprese familiari senza dipendenti. Se il motto è “Insieme ce la Faremo” che non sia solo a parole ma si traduca anche nei fatti.

I titolari di immobili commerciali siano disponibili a rimodulare i contratti di affitto, cosi come le assicurazioni per quanto di loro competenza, le utenze si azzerino per il periodo di inattività forzata (azzerati costi di energia, azzerati costi di trasporto, accise etc), i fornitori pazientino.

Le preoccupazioni sono tantissime, molte aziende hanno già deciso di chiudere e molte altre stanno pensando di non riaprire fino a quando le cose non saranno più chiare soprattutto dal punto di vista dei contagi e dell’impatto che questi potranno avere sull’economia. Siamo coscienti che le risposte che chiediamo non possono arrivare solo dai comuni ma ci aspettiamo che le amministrazioni e le associazioni di categoria ci affianchino sempre più e velocemente sottopongano a regioni e governo centrale le impellenti richieste che avanziamo e che arrivano dalla base che sta soffocando in preda all’ansia e al panico.

Il comitato, infine, ha il piacere di comunicare che anche il comune di Acquaviva Picena attraverso un gruppo spontaneo di commercianti ed artigiani si è unito alla iniziativa: questo certifica, se ve ne fosse ancora bisogno, la volontà dello stesso movimento di accogliere altri comuni ed altre associazioni e gruppi».

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