I Disoccupati piceni: “Non è sufficiente abbassare l’iva, se non abbiamo un euro in tasca”

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ASCOLI – “Attualmente ci sono circa 16 milioni di Italiani che rischiano la povertà, giovani lavoratori precari, lavoratori irregolari costretti ad adattarsi giorno per giorno, e cittadini Over45 che sopravvivono con le pensioni dei genitori.Questo Paese cosa vuole fare? Due sono le possibilità. La prima e la più sensata, tutto il Paese, tutti i cittadinidevono fare un piccolo sacrificio e tutti possiamo sopravvivere. Oppure lasciamo tutto così, il debito continua a
crescere, le imprese chiudono, la precarietà aumenta, i processi sempre più interminabili, in questa maniera ci saranno più poveri, disuguaglianze e tensioni sociali”. Lo dicono i Disoccupati piceni.

“Cosa farebbe una madre indebitata con tanti figli che rischiano la fame? Immediatamente questa madre per
impedire la fame, cerca di risparmiare, poi con le poche risorse disponibili assicura un minimo a tutti i figli, e
impone regole per impedire che qualcuno di loro diventi povero oppure che qualcuno altro mangi il doppio. Questa
semplice parodia si dovrebbe aprire gli occhi, e fare capire che la priorità per il Paese, è creare nuovi posti di
lavoro dignitosi e ben retribuiti” spiegano.

“L’Italia deve assicurare un occupazione a tutti, con un reddito minimo per vivere, per fare questo, sì deve
ridurre l’orario di lavoro. Per almeno 2 anni si deve ridurre almeno a 29 ore, la settimana lavorativa. Oggi ci sono
lavoratori che ancora lavorano 60 ore settimanali, una follia. Stop allo straordinario, e assunzioni di nuova forza
lavoro. Prosegue anche l’incremento dei disoccupati e i poveri. Questo é una follia, significa che le risorse pubbliche sono state spese male, infatti sono stati regalati centinaia di miliardi a Fondo Perduto alle imprese che hanno liberamente chiuso, pur con norme favorevoli e persino sfruttato i lavoratori, con contratti a chiamata, flessibili e precari. Le risorse pubbliche, in questo momento devono creare occupazione dignitosa” spiegano.

“Per i prossimi 3 anni, invece degli aumenti salariali indiscriminati, si devono ridurre l’orario di lavoro e fare lavorare tutti. Contemporaneamente, sono necessari, l’Istituzione del salario Minimo Mensile e della Paga Oraria Minima, come già in vigore in tutti i Paesi del nord Europa. I circa 200 miliardi che arriveranno dall’Europa, se saranno spesi per un
concreto progetto di sviluppo, cominceranno a creare posti di lavoro non prima di due o tre anni. Tutte le aziende pubbliche e private che hanno ricevuto soldi pubblici, ed attualmente sono in perdita, vanno chiuse, oppure co-gestite con il territorio rappresentato, dai comuni, lavoratori e regione, come già succede nei Paesi del nord Europa. I comuni devono immediatamente censire tutti i disoccupati residenti e nel contempo redigere piani di sviluppo. Si devono creare almeno 3 milioni di posti di lavoro stabili, il resto sono solo chiacchiere” spiegano.

“Servono Piani di Sviluppo Territoriali, redatti dai Comuni. Per i prossimi 3 anni, tutti i premi performance devono essere sospesi, e si devono bloccare gli aumenti salariali, per i dipendenti pubblici, con posto fisso, e con un stipendio superiore a 1900 euro netti mensili. Se non si farà questo, il Paese rischia davvero il fallimento e poi, diventerà inevitabile tagliare pensioni e posti di lavoro. Il buon senso ci dovrebbe fare capire, la necessità, per i prossimi 3 anni, del divieto, assoluto della doppia occupazione per i dipendenti statali. Tutte le imprese, cooperative, piccoli artigiani o piccoli negozianti devono pagare tutti le stesse tasse, non é più possibile avere una differenziazione dell’iva che penalizza fortemente la piccola impresa, questa é concorrenza sleale. In questo modo, il piccolo negozio ha già perso in partenza, ecco perché stanno chiudendo tutte le piccole attività lasciando il deserto nelle città” concludono.

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