Il CdA del Centro Agroalimentare attacca: “La Regione taglia fuori il Piceno da ogni opportunità”

SAN BENEDETTO -“E’ partito l’ennesimo tentativo di scippo da parte della Regione Marche che ormai avviene da anni di Società di Beni Enti e pezzi del territorio Piceno a scapito del territorio Piceno ed a favore di altre zone più “vicine” alla politica marchigiana. La Regione Marche di nuovo taglia fuori il Piceno da ogni possibilità di sviluppo e di ripresa economica”. Lo dice, in una nota, il cdA del Centro Agroalimentare di Porto d’Ascoli.

“L’Assemblea dei Soci del Centro Agroalimentare Piceno Spa tenutasi ieri è stata rinviata a data da destinarsi per le dichiarazioni e l’atteggiamento della Regione Marche il cui rappresentante ha dichiarato la volontà della Regione di chiedere allo stesso CAAP la liquidazione della quota di proprietà della Regione stessa.Nell’ODG era, tra le altre cose, prevista l’approvazione del Piano di Risanamento (già inviatovi) dall’approvazione del quale la Regione stranamente si è tirata fuori ingessando l’Assemblea  conseguentemente impossibilitata all’approvazione del punto relativo al Piano di Risanamento la cui messa in atto poteva e può tirare fuori dalle difficoltà economiche il CAAP portando il bilancio già nell’anno 2019 in pareggio; il C.d.A. comunque ha intenzione di mettere in funzione il Piano di Risanamento al fine di tutelare un bene di così grande importanza per il territorio ma soprattutto di tutti i cittadini. La volontà della Regione di liquidare le quote del CAAP potrebbe portare gravi danni sia all’azienda sia al territorio Piceno in termine di immagine ed in termini di una ventilata liquidazione della Società; tale sventurata ipotesi sortirebbe in pratica la distruzione del Centro il suo totale smembramento e annullamento” dice la nota.

“Potrebbero essere allora vere le voci per le quali la Regione ha tutto l’interesse alla cancellazione e distruzione del Centro Agroalimentare per poter poi creare una struttura identica nel Nord delle Marche (ad Ancona con i fondi della Via della seta e del nuovo Psr?)Il C.d.A. del Centro Agroalimentare ha duramente e fortemente ammonito e messo in guardia tutti i soci sulle conseguenze sociali ed economiche che un tale atteggiamento potrebbe scatenare, dei danni per il territorio, che invece a parole la Regione dice vorrebbe sostenere e rilanciare; altra gravissima conseguenza che i soci attentamente devono valutare, ha proseguito il Cda, è il possibile danno erariale che una liquidazione della Società potrebbe molto probabilmente cagionare con conseguente lesione del valore delle partecipazioni dei soci privati e pubblici; ed infine (ma non per  importanza) il sicuro danno  che si verificherebbe,  l’ultima di una serie ormai lunga di perdite di aziende, di attività, di distretti, di presidi, di servizi, per cui ormai da anni assistiamo sconsolatamente alla spogliazione di tutto, in un territorio già così profondamente ferito” conclude il cdA

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