Il sindaco Castelli agli studenti: “Non fatevi soggiogare dalla tecnologia”

ASCOLI PICENO  – Il sindaco di Ascoli Guido Castelli fa gli auguri agli studenti che domani torneranno sui banchi di scuola citando una storia di C.S Lewis, Il leone, la strega e l’armadio dove “Una bimba racconta ai fratelli più grandi che è stata in un paese magico, Narnia. Loro pensano che sia ammattita o bugiarda e si rivolgono a un vecchio professore per sapere come devono fare perché la sorella smetta di dire bugie. Ma il professore risponde con un’altra domanda: «Come fate a sapere che dice bugie?.Il professore sa che ai ragazzi è stato insegnato a giudicare senza prima capire, senza informazioni, prudenza e rispetto verso la bimba che ritengono in partenza “bugiarda”. Perciò, invece di dare loro la comoda soluzione che chiedono li sprona a usare la loro testa: le teorie devono essere provate e per capire i fatti bisogna mettere da parte i preconcetti e usare il buon senso e la volontà.Con questa storiella Lewis, che era un professore universitario a Oxford, ci sta ricordando qual è il compito dell’educatore: non pensare o decidere al posto dei ragazzi ma insegnar loro a pensare e ad agire”
Il primo cittadino ritiene che “Oggi questo è un compito molto difficile. Anche i bambini più piccoli arrivano a scuola carichi di “pregiudizi”: sanno già usare una quantità di strumenti tecnologici. La loro vita ne è piena. Ma questi strumenti non hanno sempre un’influenza positiva.Una grafologa e uno psicologo hanno scritto un libro che parla dei danni cognitivi, emotivi, relazionali che l’abbandono della scrittura a mano, specialmente in corsivo, a favore dell’uso esclusivo delle tastiere può causare a bambini ed adulti. L’uso eccessivo delle tecnologie digitali porta a chiudersi in se stessi, abitua a pensare troppo velocemente, sovraccarica la memoria a breve termine di informazioni che non hanno tempo di sedimentarsi nella memoria a lungo termine.Tutto questo per dire che i nostri ragazzi e i nostri insegnanti oggi si preparano a entrare in un vero e proprio “campo della giostra” molto più pericoloso e insidioso di quello della Quintana.Si tratta di imparare a conoscere i propri simili, coetanei e adulti, in carne e ossa, non come ombre virtuali (con i loro pregi difetti bisogni, la loro unicità) e di mettere alla prova se stessi esercitando la propria intelligenza. L’intelligenza è quello che ci permette di aprirci alla realtà e lasciarci sorprendere da lei e di essere creativi, non semplici consumatori di immagini e suoni”E infine:”Perciò a tutti, allievi e insegnanti io dico: usate bene questo tempo che vi è dato, Imparate a conoscervi, interessatevi gli uni agli altri, imparate a dominare gli strumenti tecnologici invece di lasciarvi soggiogare da loro.”

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