L’allarme della Cna: “Se la filiera della moda non riparte, a rischio le nostre produzioni”

ASCOLI – Per l’emergenza il sistema moda territoriale che fa capo alla Cna Picena è arrivato a quota 250mila mascherine prodotte, dalle varie aziende e sartorie artigianali, alla settimana. Ciò vuol dire che in poco più di un mese di emergenza “stretta”, la produzione ha già superato quota un milione.
La maggior parte delle piccole imprese artigiane è già attiva per la produzione di queste mascherine di materiale tessile. Molte altre aziende si stanno attrezzando anche per le mascherine che in termini chiari possono essere definite più “complesse”, ovvero da usare come strumento di protezione personale, soprattutto in ambienti di lavoro. Ma per la moda – rileva Cna Picena – la partita per il futuro delle imprese si gioca soprattutto sulla ripartenza della filiera e sulla possibilità, in tutta sicurezza, di procedere per approntare le prossime collezioni.

“Il nostro settore della moda – spiega Doriana Marini, imprenditrice della moda, vice presidente nazionale e presidente regionale di Cna Federmoda Marche – è un’industria stagionale I passaggi  sono molto rigidi, rigorosamente di sei mesi in sei mesi: si parte con nuove collezioni che vanno presentante, vendute e consegnate. Se non riapriremo le nostre aziende entro il 20 di aprile, o comunque nell’immediatezza di questa data, non avremo i tempi tecnici per consegnare le produzioni autunno/inverno 2020/2021 che vanno pubblicizzate entro luglio in tutto il mondo. E, allo stesso modo, difficilmente potremo produrre in tempo utile le collezioni primavera/estate 2021”.

La Cna Picena rileva che nell’ampliamento delle attività che hanno ricevuto il via per le riaperture dal 14 aprile, il Governo non ha incluso una delle punte di diamante del “made in Italy”.  Eppure esse contribuiscono a fare grande il sistema economico fatto di artigianato e Pmi che crea ricchezza, occupazione, valore ed esportazione.
“Non far ripartire le filiere del tessile, abbigliamento, pelletteria e calzature” – commenta Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – “Significa condannare alla chiusura migliaia di imprese che hanno in portafoglio ordini per la stagione autunno-inverno 2020/2021 che non potranno soddisfare, perdendo clienti e mercati. Gli imprenditori sono  consapevoli della necessità di conciliare la ripresa delle attività economiche con il massimo rispetto delle misure di prevenzione del contagio e sono già pronti a rispettare rigorosamente le condizioni di sicurezza previste nell’ambito del Protocollo sottoscritto tra Governo e parti sociali”.
Intanto l’azione di solidarietà e riconversione del settore procede in tutto il Piceno. “Abbiamo avviato un’azione – spiega Arianna Trillini, imprenditrice ascolana del settore moda, vice presidente dell’Associazione e portavoce per il Piceno di Federmoda – che ci inorgoglisce per l’utilità sociale messa in campo dai nostri artigiani e anche perché ha contributo e sta contribuendo a dare motivazione e a non far stare con le mani in mano imprenditori e maestranze. La produzione deve rispettare tutti i canoni di sicurezza ma anche quelle peculiarità, nell’uso di materiali e anche nell’estetica e nella comodità d’uso, visto che con questi accessori sicuramente dovremo conviverci per abbastanza tempo”.
“Come Cna – conclude Irene Cicchiello, responsabile Federmoda Cna Ascoli Piceno – siamo attivi per coordinare la filiera che sta producendo strumenti di sicurezza importanti per le persone e per la collettività. Per le mascherine in tessuto e lavabili procede tutto speditamente, per quelle più strettamente di protezione personale sono invece richiesti ulteriori passaggi burocratici”
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