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L’oliva, eccellenza ascolana. Nazzareno Migliori: “Il cartoccio di olive, vera e propria rivoluzione”
REDAZIONALE -E’ una delle eccellenze della gastronomia ascolana, una vera e propria punta di diamante che tutti conoscono. Parliamo dell’oliva ascolana. Il punto vendita “Migliori” in Piazza Arringo ad Ascoli è uno dei più noti e in tanti acquistano un prodotto che tutti amano.
La storia di Migliori inizia negli anni ’50, quando viene avviato un promettente negozio di pollame nel centro storico di Ascoli Piceno, un’attività naturalmente conseguente alla precedente, la commercializzazione di uova acquistate presso contadini nelle campagne intorno alla città.
Nazzareno “Zè” Migliori, testimonial della gastronomia ascolana e delle tradizioni locali, è tornato nelle campagne del territorio a ricercare le mitiche olive ascolane oggi difese dal marchio DOP, a procurarsi personalmente il frutto quasi scomparso, base della famosa ricetta “Oliva ascolana del piceno in salamoia DOP”, integrando la personale produzione del proprio uliveto. Oggi la stessa tradizione continua con immutata passione per mano dello stesso Zè e di tutta la famiglia Migliori, sua moglie Marinella, il figlio Augusto ed un gruppo di fedeli collaboratori.
Le olive, denocciolate, vengono successivamente riempite con carne di manzo, suino, rosolata e macinata, legata con uova e parmigiano. Le olive già riempite, vengono passate nella farina, nell’uovo e quindi nel pan grattuggiato. Si friggono immerse in abboddande olio extra vergine di oliva. Le olive all’asolana possono essere servite come antipasto caldo, oppure inserite come secondo piatto.
“Mi venne l’idea di fare la DOP. Chiesi agli uffici dell’ispettorato dell’Agricoltura. Mi dissero di andare nel quartiere della Piazzarola da Francesco Lucidi che stava mettendo in campo la Dop- dice Migliori- Mi indicò la strada per arrivare alla Dop. Ci riunivamo all’istituto agrario con Lucidi che ci spiegava come fare. Nel 2015 arrivò la Dop, l’uso della tenera ascolana con l’interno che deve essere di manzo, maiale e parmigiano. Il turista che viene qui, è incuriosito da questa “palletta” ma tanti la conoscono. Io ideai il cartoccio, quando misi una friggitrice in piazza Arringo con un piccolo stand. La vera rivoluzione non è stata la Dop, ma il cartoccio di olive, ma per un fatto semplice- spiega – Quando porti una cesta di olive, alle persone si illuminano gli occhi, perché l’oliva un tempo si mangiava solo in occasioni speciali ma adesso, con pochi spicci, si mangiano le olive. Mi hanno invitato in ogni parte, come a Porto San Giorgio, con 15 giorni gratuiti di stand, poi in altri luoghi come il Salone del Gusto a Torino, quando vennero ad assaggiare l’oliva il Principe Carlo e i giocatori della Juventus – prosegue Migliori- Andai a Torino con una mia friggitrice e quando arrivai a Torino, molti si chiedevano come fosse nata questa specialità. Nel 1998 ebbi un piccolo stand e fui il primo a cucinare qualcosa al Salone del Gusto e da lì cominciò a partire la storia dell’oliva fritta come cibo street food più famoso. Adesso ad Ascoli ci sono almeno 30 negozi che vendono i cartocci, ma proprio il cartoccio è stata la svolta decisiva”.
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