Montemonaco, è ancora polemica su Casa Gioiosa

Nulla si muove nel Comune di Montemonaco, 604 abitanti. La situazione causata dal terremoto è sempre di grande difficoltà. Diverse frazioni sono ancora chiuse, alcune case anche se agibili, davvero poche, sono inutilizzabili perché situate ancora in zona rossa, poco o niente è stato  fatto. La normalità, contrariamente a quanto affermato da qualcuno, è ancora lontana. Le frazioni, si sono svuotate, il centro del Comune ugualmente, si vedono solo desolazione e macerie in questo modo Montemonaco rischia di diventare un comune fantasma. E allora si muove l’opposizione che chiede chiarezza, partendo dalla situazione che ha visto protagonista la struttura di Casa Gioiosa che ha ospitato gli sfollati.

Venerdì 17 marzo si è tenuto a Montemonaco il Consiglio comunale richiesto dai membri della minoranza avente all’ordine del giorno l’annullamento della delibera n. 104 del 22.12.2016 con la quale la Giunta aveva approvato lo schema di contratto (mai firmato) per il comodato d’uso gratuito, della struttura  “Casa Gioiosa” di proprietà della Diocesi di Ascoli Piceno.

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“Durante la seduta – riferisce il capogruppo di opposizione Francesca Grilli – , sono emersi e sono stati oggetto di discussione, i molteplici vizi della delibera, ma al momento della votazione, solo i consiglieri di minoranza ed un membro della maggioranza  hanno votato per l’annullamento. Restano comunque molti aspetti ancora da chiarire, primo fra tutti il fatto che il contratto, si legge nella delibera  della durata di tre anni, non sia mai stato firmato, che non ci sia quindi un atto che legittimi l’occupazione della struttura per oltre tre mesi, da novembre a febbraio. Non si capisce inoltre quali fossero gli accordi iniziali e con chi, e se è stato richiesto un corrispettivo, come è sembrato di capire dalle dichiarazioni rilasciate dal vice sindaco, poi smentite sulla stampa dal sindaco.

I consiglieri di minoranza – prosegue la Grilli – , che  non sono stati minimamente consultati sulla questione sono decisi a far luce sulla vicenda: quello che contestano agli amministratori è di non aver acquisito le manifestazioni di interesse da parte delle strutture ricettive della zona. Ospitando   gli sfollati, le strutture presenti sul territorio avrebbero tratto un vantaggio economico e i cittadini non avrebbero lasciato il paese. Solo una volta percorsa invano tale via si sarebbe dovuto ricorrere alla trattativa diretta con il gestore di Casa Gioiosa il quale avrebbe potuto decidere di investire il ricavato nelle chiese e nelle strutture del territorio che oggi risultano inagibili. I consiglieri attendono inoltre di avere risposta alle interrogazioni già depositate e di conoscere l’ esatto ammontare delle spese sostenute per la  gestione di Casa Gioiosa  e l’esatto ammontare delle donazioni ricevute”.

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