Montemonaco, la Curia chiede il conto: “Anche per volontari e vigili del fuoco”

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L’amministrazione comunale di Montemonaco e il vescovo di San Benedetto del Tronto, Mons. Bresciani, stanno cercando di trovare un accordo in questi giorni per l’affitto di Casa Gioiosa. Ma per raccontare quello è che successo partiamo dall’inizio. 

Dopo il terremoto del 30 ottobre, che provocò nel piccolo comune ascolano molti danni, il sindaco Corbelli decise di montare un tendopoli per gli sfollati e per tutti i volontari della protezione civile e dei vigili del fuoco. La tendopoli, però, fu distrutta da una tromba d’ara e il Comune sistemò le persone all’interno di Casa Gioiosa, struttura di proprietà della Curia che non aveva riportato alcun danno dal sisma. 

Nel cortile della struttura vengono piazzati dei container ad uso abitativo mentre i locali interni di Casa Gioiosa sono utilizzati come mensa e dormitorio per i volontari e i vigili del fuoco. Ma da domani non sarà più così. Il sindaco Corbelli afferma che non c’è stata alcuna forzatura della Curia e che comunque a tutti gli sfollati è stata trovata una soluzione alternativa migliore rispetto ai container”.

Ma il problema ora riguarda il pagamento dell’affitto di Casa Gioiosa: Inizialmente avevamo raggiunto un accordo con la Curia per il pagamento di 10 euro a persona al giorno – spiega il sindaco di Montemonaco – ma non avevamo discusso la trattativa nei dettagli. Noi davamo per scontato che avremmo dovuto pagare solo per i cittadini di Montemonaco. E invece la Curia pretende la quota anche per i volontari e gli operatori: in tutto circa 30 persone”. 

Il conto è di circa 41.000 euro. Una cifra non da poco per un Comune gravemente danneggiato dal sisma.

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