PicenAmbiente, il comune di San Benedetto deve 2,3 milioni alla società

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – PicenAmbiente vanta un credito di oltre 2 milioni di euro nei confronti del comune di San Benedetto del Tronto.

E’ quanto emerge dalla commissione bilancio tenutasi ieri da remoto. A partecipare, membri del consiglio, della giunta e della società partecipata di Contrada Monte Aquilino.

Il debito. Il comune di San Benedetto deve 2,3 milioni a PicenAmbiente. E’ questo il debito accumulato da Viale De Gasperi durante il periodo di lockdown. Debito che adesso dovrà essere estinto. In sostanza, si tratta di tre rate dal valore approssimativo di 750mila euro, corrispondenti ai mesi di febbraio, marzo e aprile. Di queste, quella di febbraio risulta scaduta, perché dall’emissione della fattura c’è tempo fino a 60 giorni per corrispondere il dovuto. Il comune ha intenzione di estinguere il debito entro i prossimi mesi, attingendo sopratutto dalla rata Tari di giugno.

I dipendenti. Partendo da questo presupposti, sono stati sollevati legittimi dubbi sul mantenimento dei livelli occupazionali all’interno della società. «I vertici di PicenAmbiente ci hanno assicurato che non c’è rischio di licenziamento per i lavoratori – dichiara Tonino Capriotti (Italia Viva), presidente di commissione bilancio – tutto sta, invece, a capire come verrà rinegoziato il contratto con la società».

Sì, perché nel periodo di lockdown PicenAmbiente avrebbe avuto un minore carico di lavoro da svolgere. Caso emblematico, la pulizia delle strade. In compenso sono state effettuate altre opere resesi necessarie dall’emergenza. Tra queste, ad esempio, la sanificazione del suolo pubblico. Inoltre, dal momento che i consumi si sono spostati tutti nelle utenze domestiche, la produzione di rifiuti  si è diversificato, con una diminuzione dell’indifferenziato. Per effetto, tale diminuzione ha portato ad un conferimento in discarica inferiore del 30%.

I risparmi. «E’ chiaro che questi risparmi generano economie, che poi si ripercuoteranno positivamente sulla tariffa Tari – spiega ancora Capriotti – queste economie saranno riversate sulle imprese che per tutto questo tempo sono rimaste chiuse. Queste non dovranno pagare l’acconto del 30 giugno, ma solo il 15 dicembre. In ogni caso, mi aspetto una riduzione della tariffa anche per le famiglie. E’ innegabile che per due mesi PicenAmbiente abbia dovuto effettuare meno servizi e che, quindi, i risparmi siano ingenti».

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