Piero Celani, i sindaci-strateghi e la vittoria di Pirro

“Strani episodi hanno caratterizzato le elezioni per il rinnovo del Consiglio della Provincia di Ascoli”.  Natale se n’è andato, Piero Celani ritorna. Il consigliere di Forza Italia della Regione Marche voleva prolungare la quiete delle festività, ma poi è scoppiato il caso Pignotti, anzi il caso Girolami, anzi il caso del gruppo consiliare azzurro non allineato alla corrente di maggioranza, ossia al sindaco di San Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti. Insomma, tre casi in uno: i berlusconiani a moderata distanza dal sindaco.

Prima stranezza riscontrata dal consigliere regionale. “Ho appreso – racconta Celani – che Mariadele Girolami  è andata a Palazzo San Filippo di Ascoli con l’intenzione di votare Pignotti, ma quando è entrata nell’urna ha espresso la preferenza per qualche altro o altra. Se la Girolami lo avesse votato, Pignotti sarebbe arrivato secondo e quindi eletto”.

Celani fa una pausa, frena, sembra volersi contenere. Poi sbotta: “Ha votato liberamente o è stata manovrata?”. Sulla Girolami pende la richiesta di espulsione da parte di Bruno Gabrielli, Stefano Muzi e Valerio Pignotti: tre quarti del gruppo consiliare di FI di San Benedetto del Tronto.

Il consigliere regionale  sposta l’attenzione proprio sul gruppo forzista.  “Adesso – dice con severità – è il  momento per il gruppo consiliare di fare una riflessione, perché è venuta meno l’unità necessaria in certi frangenti. Io vengo dalla Dc: c’erano tante correnti e divergenze di opinioni ma sul voto si era compatti. Il capogruppo Pignotti è rimasto fuori dalla Provincia perché qualcuno dei suoi non lo ha votato. E’ grave”.

Stranezze strategiche. “Sono state decise – lamenta Celani – le candidature per la lista di centrodestra senza coinvolgere il partito. Il consigliere regionale di FI è stato tenuto all’oscuro delle strategie per la composizione della lista. Non è stato candidato uno della montagna, della collina o della vallata. Alcuni Comuni più piccoli hanno perciò disertato le urne. Se i sindaci-strateghi fossero stati lungimiranti il centrodestra avrebbe un consigliere in più. Il trionfalismo dei due sindaci sulla vittoria alle provinciali è fuori luogo: non hanno vinto niente, perché hanno sbagliato strategia e per colpa loro il centrodestra ha un consigliere in meno”.  Tuona Celani: “Una vittoria di Pirro”.

Di stranezza in stranezza. Caso Piera Seghetti. “Lei è stata eletta nel Consiglio comunale di Ascoli Piceno – sbotta il consigliere della Regione Marche – nella civica Cuore di Ascoli, ha presentato la candidatura per la Provincia il 18 dicembre 2016, il 2 gennaio 2017 ha fatto il versamento con il bollettino postale per l’iscrizione a Forza Italia. Ed ora dice di essere stata eletta in quota Forza Italia. Ha cercato di mettere una toppa al buco, ma ha fatto peggio del buco”.

Prima di tornare al suo lavoro di ingegnere, Celani accenna uno strano sorriso e con malcelata ironia saluta così: “In fondo va tutto bene, per loro. Io non capisco, però mi adeguo”.

Riflessione di un giornalista a quest’ora assonnato: Celani nel corso dell’intervista ha girato sempre intorno a due figure: i sindaci Guido Castelli (Ascoli Piceno) e Pasqualino Piunti (San Benedetto del Tronto), senza mai pronunciare nomi e cognomi. Avrà fatto una forzatura per evitare che i nomi gli uscissero dalla bocca o gli è venuto spontaneo?

 

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