Presentato il quarto volume del Centro Studi Tradizioni Picene

Con un intervento ricco di spunti culturali e riferimenti storiografici il Prof. Mario Polia ha presentato martedì 20 maggio, nella sala della Ragione di Palazzo dei Capitani, il volume “Contributo allo studio delle tradizioni popolari marchigiane” di Anna Maria Eustacchi Nardi. Il libro, riedito dalla Librati a cura del Centro Studi Tradizioni Picene, documenta idee, credenze e pratiche magico-religiose scomparse o presenti ormai solo in forma di labili ricordi nella memoria di alcuni dei più anziani protagonisti della cultura rurale d’un tempo. All’iniziativa hanno partecipato l’Assessore provinciale alla Cultura Andrea Maria Antonini, il Sindaco di Ascoli Guido Castelli e il Dirigente del Servizio Cultura e Turismo della Provincia dott. Roberto Giovannozzi. Qualificata la platea di studiosi presenti in sala, tra cui, il Prof. Luigi Morganti, lo storico Vermiglio Ricci, la direttrice dell’Archivio di Stato di Ascoli dott.ssa Laura Ciotti, l’Assessore alla Cultura del Comune di Spinetoli Carlo Damiani e il figlio dell’autrice Bernardo Nardi che, con un filo di emozione, ha ripercorso alcuni passi letterari dell’opera di sua madre.

“Desidero ringraziare, innanzitutto, la Provincia che ci ha sostenuto in questi anni in un’azione fondamentale e preziosa per la conservazione e la trasmissione della memoria storica del territorio – ha dichiarato il Prof. Polia grande attenzione è stata riservata alla tradizione picena ponendola a confronto con i costumi di altri territori, anche al fine di rilevare la presenza di un’eredità culturale condivisa”. “Appare opportuno notare come – ha concluso il ProfPolia nelle quattro opere ristampate fino ad oggi, ben tre siano state scritte da donne: Caterina Pigorini-Beri; Elvira Felci; Anna Maria Eustacchi-Nardi. Si tratta di un doveroso omaggio a tre grandi interpreti delle tradizioni popolari marchigiane e, allo stesso tempo, di un giusto e meritato riconoscimento al contributo offerto dalle donne: un contributo che reca agli studi demo-antropologici l’apporto insostituibile e prezioso della sensibilità femminile e del femminile vissuto”.

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