Una mozione in dieci Comuni per l’unità coronarica all’ospedale civile

ospedale di San Benedetto

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dieci sindaci destinatari di una mozione da presentare nei rispettivi consigli comunali per ripristinare all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto l’unità coronarica con sei posti letto. La proposta dell’Assemblea Territoriale di Cittadinanzattiva è stata inviata alle amministrazioni di San Benedetto, Acquaviva Picena, Cossignano, Grottammare, Monsampolo del Tronto, Ripatransone, Cupra Marittima, Pedaso, Montefiore dell’Aso, Montalto delle Marche.
Scrive Cittadinanzattiva: “In riferimento all’ oggetto, invitiamo e sollecitiamo i rispettivi consigli comunali a fornire il proprio indirizzo politico sanitario alla Regione Marche, al fine di soddisfare le esigenze dei cittadini, nel caso specifico, sulla importante presenza dell’unità coronarica nel reparto di cardiologia del Madonna del Soccorso. Pertanto alleghiamo alla presente missiva, una proposta di mozione che indubbiamente potrà essere integrata ove si ritiene necessario”.
Questa la mozione.Premesso che: nell’ospedale di San Benedetto del Tronto, oggi Area vasta 5, l’unità coronarica è esistita  per 30 anni ed oltre;
considerato che: non esistono numeri che giustifichino uno smantellamento del reparto di unità  coronarica; che l’unità coronarica rappresenta una garanzia ai numeri accessi di cardiopatici  che giungono nella struttura del Madonna del Soccorso attraverso il pronto soccorso o attraverso i medici di famiglia;
visto che:  l’attuale scelta di convertire “l’unità coronarica” in “semintensiva” oltre a  dimezzare i posti letto letto, non riconosce il reale valore qualitativo del reparto di  unità coronarica;
tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio comunale impegna il sindaco a:
1) produrre nell’immediato una mozione votata dal consiglio comunale dove si  riconosca e si ricollochi l’unità coronarica con almeno 6 posti letto presso il reparto  di cardiologia del Madonna del Soccorso, da inviare al Direttore generale ed alla Regione Marche, per recuperare ciò che è stato tolto;
2) sollecitare il Direttore generale e la Regione Marche affinché le richieste vengano accettate e messe in atto con tempistica certa;
3) relazionare, ad ogni Consiglio comunale, sugli sviluppi della situazione e sui  provvedimenti che la Regione e l’ASUR metteranno in atto al fine di colmare le lacune sopra esposte ed al fine di soddisfare al meglio le esigenze dei cittadini.

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